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Lotta ai paradisi fiscali, nuovi strumenti in vista

I ministri delle finanze del G20 riuniti a Washington dopo lo scandalo dei Panama Papers

Questo contenuto è stato pubblicato il 16 aprile 2016

Lo scandalo dei Panama Papers, che sta facendo tremare più di un capo di governo, ha fatto la sua comparsa anche nei lavori dei ministri delle finanze del G20 riuniti a Washington per il vertice del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.

L'obiettivo dei ministri, con in testa i rappresentanti europei, è quello di combattere più efficacemente i paradisi fiscali in cui si celano capitali sottratti al fisco attraverso una maggiore trasparenza e l'estensione dello scambio di informazioni. In questo ambito si profila la creazione, proposta soprattutto dal Vecchio Continente, di un registro internazionale anti-riciclaggio e una specie di scambio automatico di informazioni sulle attività delle società offshore.

Iniziative condivise anche dalla Svizzera, come ha sottolineato il direttore del Dipartimento federale delle finanze Ueli Maurer, a condizione che le regole valgano per tutti. Non è infatti passato inosservato all'incontro che lo scandalo panamense abbia curiosamente risparmiato la discussa piazza finanziaria statunitense del Delaware.

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