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Opinione

Uno strumento indispensabile contro le minacce di oggi

La legge federale sulle attività informative (LAIn), sottoposta a votazione federale il 25 settembre, è necessaria per dotare il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) di mezzi efficaci contro le minacce attuali, in primo luogo il terrorismo. Questa l’opinione di Alexandre Vautravers, esperto di questioni di sicurezza.

Questo contenuto è stato pubblicato il 15 settembre 2016
Alexandre Vautravers, specialista di questioni di sicurezza

La LAIn introduce nuove possibilità di intervento in quattro ambiti specifici: terrorismo, attacchi alle infrastrutture critiche, proliferazione di armi di distruzione di massa, attività di spionaggio illegali da parte di servizi stranieri. La legge non si applica su larga scala e neppure contro gruppi o attivisti non legati a reti terroristiche. Le nuove misure concerneranno potenzialmente una dozzina di casi all'anno e la loro attuazione sarà sottoposta a controlli adeguati.

In un anno, gli attacchi terroristici hanno ucciso più di 270 persone in Europa, provocando un numero ancora maggiore di feriti e traumatizzati. Il terrorismo figura quasi ogni giorno sulle prime pagine dei giornali. Alcune reti terroristiche hanno ramificazioni anche nel nostro paese. Il dispositivo di polizia e quello dell’esercito sono solo  parzialmente efficaci per far fronte a questa minaccia. Il terrorismo pone delle sfide anche al nostro sistema giuridico e ai nostri valori democratici. Sappiamo che la radicalizzazione, il finanziamento e la comunicazione all’interno delle reti jihadiste terroristiche si svolgono frequentemente tramite internet e social media. È essenziale poter identificare queste reti per prevenire le minacce.

Laureato in storia contemporanea (Università di Lione) e scienze economiche e sociali (Università di Ginevra), Alexandre Vautravers ha insegnato in diverse università svizzere e americane. Attualmente lavora per l'Istituto di studi globali (GSI) dell'Università di Ginevra. L’esperto ha prestato servizio nelle truppe corazzate svizzere, dove ha raggiunto il grado di tenente colonnello. Dal 2006 dirige inoltre la Rivista militare svizzera. Alexandre Vautravers interviene regolarmente sui media svizzeri e internazionali in qualità di esperto in materia di politica di sicurezza e di difesa. rts

Gli attacchi di massa mostrano la vulnerabilità delle nostre società. La nostra economia, le nostre aziende e le amministrazioni sono pure molto vulnerabili agli attacchi informatici. Questi possono paralizzare temporaneamente o permanentemente le attività bancarie, le comunicazioni, l'approvvigionamento energetico. La pirateria informatica, la distribuzione di dati confidenziali e le intrusioni compiute da hacker, gruppi criminali o Stati, possono avere costi e effetti terribili per l'economia, la società e la reputazione del nostro paese. La Svizzera non può permettersi di essere una zona di non diritto nel settore cibernetico. Come i nostri vicini, dobbiamo sviluppare strumenti in grado di rilevare attività illegali o pericolose, di limitarle e di fornire le prove necessarie alle istanze competenti.

In Svizzera è evidentemente vietato dissimulare e trasferire tecnologie sensibili che potrebbero permettere a gruppi terroristici o Stati di produrre armi nucleari, radiologiche, biologiche o chimiche (NRBC). Alcuni sono però disposti a pagare ingenti somme o a agire in modo disonesto per procurarsi queste armi che dispongono di un’enorme capacità distruttiva. È quindi essenziale poter identificare simili tentativi e cooperare con la comunità internazionale per prevenire la diffusione e l'uso di tali armi. Sono in gioco la credibilità e gli impegni della Svizzera.

Attualmente, la Svizzera non dispone di strumenti per combattere in modo efficace contro queste minacce. Non è in grado di far rispettare rigorosamente la legge che vieta le attività illegali di servizi segreti stranieri. Inoltre, la Svizzera è in gran parte dipendente da questi servizi, che forniscono informazioni quando vogliono. Questa situazione non è né accettabile né compatibile con l'indipendenza o la neutralità del nostro Stato. Non consente di garantire in modo duraturo la sicurezza della Svizzera, della sua economia e della sua popolazione.

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I nuovi strumenti a disposizione del SIC non possono essere impiegati senza un’autorizzazione da parte del Tribunale amministrativo federale e di tre consiglieri federali (DDPS, DFAE e del DFGP). La legge prevede inoltre il ricorso a un organo di controllo indipendente nei caso in sorveglianza della rete via cavo. Tutto si svolge sotto l'osservazione della Commissione di gestione del Parlamento, di cui fanno parte membri di tutti i partiti di governo.

Rispetto alle leggi in vigore nei nostri vicini, il controllo democratico del mandato e degli strumenti del SIC è ben garantita. Inoltre, la LAIn si applica solo in casi molto specifici: terrorismo, infrastrutture critiche, armi NRBC e spionaggio – minacce concrete e gravi per la sicurezza della Svizzera e della sua popolazione. Per tutti questi motivi è più che mai necessario sostenere una legge che permetterà di migliorare la nostra sicurezza e la capacità di azione dei nostri servizi.

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