Legge militare: anche i pacifisti "esigono" critiche dal Governo
Ultime battute della campagna sulla revisione della legge militare, in votazione popolare domenica prossima. Mercoledì, gli antimilitaristi hanno accusato il Governo di reagire soltanto agli attacchi violenti della destra nazionalista. Il Consiglio federale "ignora invece l'opposizione pacifista e in questo modo ne sminuisce l'impatto".
Si riscalda ulteriormente il clima politico a pochi giorni dal voto sulla revisione di legge concernente l'armamento dei soldati svizzeri inviati in missioni di pace all'estero. Le cerchie antimilitariste, che parallelamente all'organizzazione nazionalista capitanata dall'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) avevano promosso il referendum, hanno denunciato la "campagna ipocrita del Consiglio federale e dei sostenitori della legge".
Negli scorsi giorni il Governo, per bocca di alcuni consiglieri federali, ha deplorato lo stile e i toni della campagna dall'ASNI, una propaganda che secondo Berna danneggerebbe la cultura politica elvetica. Per il comitato "Solidarietà invece di soldati", che comprende pacifisti, sindacalisti, verdi e socialisti in contrasto con la presa di posizione del partito, il gioco del Governo è evidente, soprattutto considerando il fatto che la propaganda dell'ASNI ha preso inizio oltre due mesi fa.
Con questa "indignazione artificiale" il Consiglio federale intenderebbe ridurre il no alla legge al solo campo nazional-conservatore cercando di mettere a tacere gli argomenti dell'opposizione a sinistra, contraria alla legge per ben altre ragioni, ha sottolineato la consigliera nazionale del PS Susanne Leutenegger Oberholzer. In pratica si vorrebbe trasformare il voto in un plebiscito pro o contro Christoph Blocher, in prima fila nell'arroventata campagna sia nella veste di leader dell'UDC (unico partito di governo contrario alla revisione) sia in quella di presidente dell'ASNI. Questo sì, ha osservato la deputata socialista, che danneggia la cultura politica del paese.
A giudizio del comitato, il comportamento del Consiglio federale sarebbe dettato dalla concreta paura di perdere. I sondaggi mostrerebbero che la maggioranza della popolazione vuole una soluzione civile e non ne vuole sapere di un avvicinamento alla NATO. I voti dell'opposizione di sinistra potrebbero risultare decisivi e il Governo ricorrerebbe quindi a questi stratagemmi per farli suoi.
Gli antimilitaristi e pacifisti hanno lanciato critiche anche gli esponenti della sinistra che si sono schierati a favore della revisione, esponenti che si sono tuttavia riuniti in un gruppo distinto da quello formato dai partiti borghesi allo scopo di sottolineare maggiormente gli elementi umanitari del progetto. La notizia rivelata mercoledì da un membro socialista di questo gruppo, secondo cui l'UBS avrebbe fornito un consistente aiuto finanziario per la loro campagna, ha fornito l'occasione al comitato per attaccare la mancanza di trasparenza sul finanziamento e per stigmatizzare la collaborazione con una grande banca.
Luca Hoderas

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