Rigopiano, il ricordo dei volontari ticinesi
Un anno fa nella regione del Gran Sasso le abbondanti nevicate, che continuavano da giorni, avevano bloccato gli ospiti dell’Hotel Rigopiano, a Farindola (Abruzzo).
Nel pomeriggio del 18 gennaio quattro scosse, ritenute dai sismologi collegate con il terremoto di Amatrice, provocarono il distacco di una valanga che investì, intorno alle 16.30, l’albergo, uccidendo 29 persone.
Inchiesta penale
La tragedia, che resta d’attualità per la coda di polemiche sui ritardi nei soccorsi, sta avendo una coda giudiziaria. Attualmente sono infatti 23 le persone indagate dalla Procura di Pescara, a vario titolo, per crollo di costruzioni o altri disastri colposi, omicidio e lesioni colpose, abuso d’ufficio e falso ideologico, rimozione e omissione colposa di cautele contro infortuni sul lavoro.
In particolare gli inquirenti focalizzano la loro attenzione sull’assenza di indicazioni a livello pianificatorio del rischio valanghe, sulla gestione dell’emergenza neve e sui ritardi con cui è stato dato seguito alle segnalazioni del disastro.
Aiuti anche dal Ticino
Anche dal Ticino sono partiti uomini e mezzi spazzaneve per offrire un contribuito nella corsa contro il tempo per salvare dalle macerie dell’hotel Rigopiano i superstiti e liberare le località rimaste isolate nelle zone vicine.
Sono stati tre i gruppi giunti dalla Svizzera italiana che hanno svolto il loro intervento soprattutto a Pietracamelo, i cui abitanti erano imprigionati dalla neve nelle loro abitazioni senza elettricità. Nel servizio il ricordo di alcuni volontari ticinesi accorsi in Abruzzo.
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