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La Svizzera offre all'India di mediare nel conflitto del Kashmir

Il ministro svizzero degli esteri Joseph Deiss in compagnia del suo omologo indiano Jaswant Singh Keystone

La Svizzera è pronta ad offrire la propria mediazione per cercare di risolvere il conflitto del Kashmir tra l'India e il Pakistan. Lo ha proposto lunedì il ministro degli esteri elvetico Joseph Deiss all'omologo indiano Jaswant Singh.

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 settembre 2000 minuti

Singh, giunto in visita a Berna, ha risposto che New Dehli aspetta un segnale da parte del Pakistan e, riguardo all'offerta elvetica, si è espresso diplomaticamente dicendo che «indiani e pakistani parlano la stessa lingua».

Le relazioni bilaterali tra Svizzera ed India vivono una «nuova era», si è rallegrato Singh. I due ministri si sono trovati d'accordo sulla necessità di intensificare le relazioni, in particolare in ambito commerciale. L'ultima visita di un ministro degli esteri indiano nella Confederazione risale al 1981. Quasi a dimostrare questo nuovo slancio nei rapporti tra i due paesi, Singh ha invitato il capo della diplomazia svizzera ad una visita, che si terrà probabilmente l'anno prossimo.

Per quanto concerne le relazioni economiche, il ministro indiano ha indirettamente invitato le imprese svizzere a rafforzare la loro presenza «nella più grande democrazia del mondo». Ricevuto questa mattina dal ministro dell'economia Pascal Couchepin, Singh ha essenziamente fatto riferimento ai servizi finanziari e alle assicurazioni.

Le relazioni commerciali sono già buone: le esportazioni svizzere nel 1999 ammontavano a 510 milioni di franchi e le importazioni si sono avvicinate ai 470 milioni. Secondo il Segretariato di stato all'economia (Seco) vi è una tendenza alla crescita degli scambi, e la Svizzera è già tra i dieci maggiori investitori nel subcontinente asiatico.

Riguardo all'aiuto allo sviluppo in India, Deiss ha dichiarato che Berna mantiene il credito di 30 milioni all'anno per la Direzione dello sviluppo e della cooperazione.

Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri ha poi chiesto l'interruzione dei test atomici. Singh ha assicurato al consigliere federale che l'obiettivo, a lungo termine, del suo paese è un mondo senza armi atomiche. L'India pone tuttavia come condizione, alla firma del Trattato di non proliferazione nucleare (NPT) e dell'Accordo sul divieto degli esperimenti atomici (CTBT), passi concreti di disarmo da parte di tutte le potenze nucleari.

swissinfo e agenzie

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