La stampa soddisfatta del voto
I commentatori della stampa nazionale si rallegrano del triplo sì scaturito dalle urne. I cittadini non avrebbero ceduto né al conservatorismo, né alla paura.
Piccola nota stonata: la bassa partecipazione al voto mostra i limiti della democrazia di fronti a temi così complessi.
«Gli svizzeri hanno assunto le loro responsabilità e hanno avuto ragione del conservatorismo», scrive ad esempio il quotidiano romando Le Matin.
Che aggiunge: «Questo segnale positivo non mancherà di sollevare il morale delle nostre autorità e di dar loro il coraggio di battersi in futuro, in particolare in occasione del voto su Schengen».
«Per una volta i venditori di paura hanno perso», si rallegra dal canto suo La Liberté. Ma, ammonisce il quotidiano friburghese, «bisogna tener gli occhi aperti affinché i progetti approvati non aprano la porta agli abusi»
Riforme contro la polarizzazione
Per il quotidiano zurighese Tages Anzeiger, i risultati scaturiti dalle urne dimostrano che grandi progetti di riforma sono possibili anche in Svizzera, a condizione che i progetti sottoposti al popolo siano «equilibrati e realizzati con prudenza».
«Il popolo non sostiene i progetti estremi», afferma ancora il quotidiano. Il voto di domenica sarebbe la prova che per i partiti di centro esiste ancora uno spazio di manovra. «Il voto di ieri dimostra che la Svizzera non è polarizzata al punto da impedire ogni novità».
Analoga l'analisi della Berner Zeitung: «Il popolo ha sconfessato le forze politiche di destra e di sinistra», scrive il quotidiano bernese, che definisce il risultato di domenica «un voto contro la politica polarizzata».
Il commentatore ricorda che un voto favorevole non era scontato, vista in particolare la complessità del progetto di riforma della perequazione. Ma la nuova perequazione finanziaria avrebbe tenuto conto delle obiezioni di tutti i partiti, «per cui i gli oppositori sono rimasti divisi».
Il bernese Bund scrive dal canto suo che il voto favorevole alla perequazione «fa sperare che la situazione di stallo politico possa essere superato».
Nessun Röstigraben
Anche la Neue Zürcher Zeitung osserva che in Svizzera le riforme sono possibili «se almeno i partiti borghesi, dopo un duro confronto in parlamento, si accordano su una linea comune e non sono schiavi della loro dottrina di partito, arroccandosi su posizioni estreme».
Il quotidiano zurighese rileva anche come il voto positivo sulla perequazione finanziaria nei cantoni di Zurigo e di Ginevra, che in prospettiva dovranno pagare di più, «relativizzano le lamentele sul Röstigraben ,che risuonano quasi dopo ogni domenica di voto».
Rimane più cauto nel suo commento il Blick, che, pur riconoscendo il successo del governo, si chiede se il voto rappresenti veramente un'attestazione di fiducia. «Quando quasi nessuno ha qualcosa da perdere, è facile ottenere una maggioranza».
Il quotidiano ammonisce che «l'anno prossimo il popolo non dovrà decidersi su cose astratte come la rivitalizzazione del federalismo, bensì su questioni molto polarizzanti come l'apertura internazionale del nostro paese».
Per il Corriere del Ticino, si può senz'altro affermare che «gli svizzeri hanno riposto fiducia nelle autorità». In questo senso si può dire che il governo ha vinto. Ma soprattutto, in riferimento alla legge sulle cellule staminali, ha «vinto la fiducia nella ricerca scientifica».
Complessivamente il quotidiano ticinese giudica il voto di domenica «un risultato positivo per vari aspetti che (…) contribuisce a ridare valore alla nostra democrazia semidiretta».
Bassa partecipazione
Le Temps si sofferma anche sulla bassa partecipazione al voto, che attribuisce ad una «campagna poco animata». La diserzione delle urne da parte di una maggioranza della popolazione mostra in particolare «i limiti di quanti si può chiedere ai cittadini».
Ciononostante il quotidiano romando si rallegra del voto: «Gli svizzeri che questa domenica si sono dati la pena di compiere il proprio dovere civico hanno dato prova di ragione e maturità, rigettando egoismo e oscurantismo».
In qualche modo sulla stessa linea La Regione: «Un voto di fiducia alla politica e alla scienza. Di fiducia, perché gli oggetti in votazione – oggi si può dirlo considerata la bassa partecipazione – non erano d'immediato approccio emotivo e razionale».
swissinfo

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