La fattura svizzera dell'Europa a 25
La Commissione europea ha invitato il governo svizzero ad avviare negoziati sull'estensione dell'accordo sulla libera circolazione delle persone e su un contributo finanziario all'allargamento.
Nel contempo, il governo svizzero ha adottato il mandato negoziale sulla libera circolazione delle persone.
La Svizzera è doppiamente interessata dall'allargamento dell'UE a partire dal maggio 2004: da un lato deve adattare l'accordo di libera circolazione delle persone e dall'altro la Commissione europea chiede a Berna di contribuire finanziariamente alla creazione del grande mercato unico.
Una sfida comune
Mercoledì il commissario alle relazioni esterne Chris Patten ha inviato una lettera alla ministra degli esteri elvetica Micheline Calmy-Rey. Nella lettera Patten insiste sulla questione del finanziamento dell'allargamento, definito «una sfida che richiede uno sforzo europeo comune».
Il commissario ricorda inoltre i contributi dell'Ue e di altri paesi «compresa la Svizzera» per aiutare le nazioni dell'ex blocco comunista a superare il loro ritardo.
«Questi sforzi non devono cessare con l'allargamento», aggiunge il commissario. Egli si dice poi «convinto» che la Svizzera continuerà a fornire assistenza a questi paesi, verso i quali ha già dimostrato la sua «solidarietà».
Come Norvegia, Islanda e Liechtenstein
Il Consiglio europeo ha autorizzato il 6 maggio la Commissione a negoziare un accordo con la Svizzera «simile» a quello raggiunto fra Bruxelles e i paesi dello Spazio economico europeo.
In base all'intesa, la Norvegia, l'Islanda e il Liechtenstein dovranno pagare 233 milioni di euro (350 milioni di franchi) all'anno all'UE.
Libera circolazione
Il commissario dedica solo quattro righe all'estensione dell'accordo di libera circolazione delle persone, che in Svizzera è diventato un nodo importante per sindacati e padronato.
L'UE vuole ottenere un aumento del 20 per cento dei contingenti per i cittadini dei dieci nuovi stati membri. Il mandato negoziale non cita cifre precise ma parla di un adattamento «proporzionale all'incremento della popolazione dell'UE». I quindici auspicano che i nuovi paesi membri beneficino delle loro stesse misure transitorie.
Mandato negoziale
L'invio della lettera giunge contemporaneamente all'approvazione da parte del Consiglio federale del mandato di negoziazione per l'estensione dell'accordo di libera circolazione delle persone. Il mandato sarà ora sottoposto ai governi cantonali e alle commissioni di politica estera del parlamento, prima dell'adozione definitiva.
«L'estensione dell'accordo sulla libera circolazione delle persone è un'opportunità per la Svizzera», ha detto mercoledì la ministra della giustizia Ruth Metzler.
Per l'economia svizzera si apriranno nuove prospettive per il reclutamento di manodopera. Con l'allargamento a dieci nuovi paesi, l'Ue passerà da 380 a 450 milioni di abitanti.
Misure transitorie
Per la Svizzera, obiettivo dei negoziati sarà di ottenere delle misure transitorie per controllare l'immigrazione. Sarà il nodo più difficile da sciogliere durante i negoziati.
Ruth Metzler ha tuttavia respinto le proposte avanzate martedì dall'Unione sindacale svizzera, preoccupata per gli effetti sui salari dell'estensione dell'accordo sulla libera circolazione delle persone ai nuovi paesi Ue (vedi: Altri sviluppi).
L'esperienza fatta finora, ha notato ancora la ministra della giustizia, dimostra che non bisogna temere un'immigrazione eccessiva.
Non prima del 2005
Secondo Metzler, l'estensione dell'accordo non dovrebbe entrare in vigore prima del 2005. Le Camere federali dovranno pronunciarsi al termine dei negoziati e la loro decisione sarà sottoposta a referendum facoltativo.
Quanto ad un eventuale contributo finanziario all'allargamento, la Svizzera ha finora sostenuto che negli accordi bilaterali non vi sono le basi giuridiche adeguate e ha assunto una posizione attendista.
swissinfo e agenzie
Fatti e cifre
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