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"L'aquila bicipite? Non era un gesto svizzero"

Tre calciatori della nazionale svizzera sono stati multati dalla FIFA per aver mimato l'aquila bicipite della bandiera albanese durante la partita contro la Serbia, la settimana scorsa ai Mondiali di calcio in Russia. Un gesto che divide le opinioni dei passanti della stazione centrale di Zurigo intervistati da swissinfo.ch.

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 giugno 2018 minuti
Nora Hesse, Zurigo, swissinfo.ch

È lecito compiere questo gesto giubilando quando si segna una rete in una partita di Coppa del Mondo? Secondo la FIFA, no. La Federazione internazionale di calcio ha perciò inflitto diecimila franchi di multa ciascuno ai due giocatori di origine albanese Xherdan Shakiri e Granite Xhaka e cinquemila franchi al capitano Stephan Lichtsteiner.

Tutta la Svizzera dalla sera di quegli avvenimenti discute di questa provocazione. Sulla questione i media hanno perfino interpellato i ministri svizzeri dello sport, Guy Parmelin, e degli affari esteri, Ignazio Cassis. In gioco vi sono sentimenti di orgoglio nazionale, nazionalismo e senso di appartenenza.

swissinfo.ch ha posto la domanda della settimana a dei passanti alla stazione ferroviaria centrale di Zurigo: questo gesto è comprensibile? E la multa è giustificata? Dopo tutto, i giocatori elvetici in questione hanno deliberatamente rischiato anche l'espulsione per due partite.

Stasera la nazionale rossocrociata giocherà in Costa Rica. Dopo le discussioni sull'aquila bicefala, sotto i riflettori in Svizzera torna il calcio. O almeno è quel che si spera.

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