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La crisi irachena grava sulle agenzie di viaggio

I turisti rinviano le vacanze. dipdip

La guerra in Iraq provoca nuovi problemi alle agenzie di viaggio. Le prenotazioni sono in forte calo.

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 marzo 2003

La speranza è risposta in una rapida ripresa dopo il conflitto. Ma l'evoluzione della congiuntura potrebbe riservare delle sorprese.

Messa in difficoltà da una congiuntura economica precaria, l'industria del turismo si prepara a vivere un'estate difficile. In effetti, l'inizio delle ostilità in Iraq rischia di indurre molti turisti a rinviare le loro vacanze.

L'Organizzazione mondiale del turismo (OMT) è piuttosto pessimista. "È probabile che nei prossimi mesi migliaia di impieghi siano destinati a sparire. Ma tutto dipenderà dalla natura del conflitto", dice Francesco Frangialli, segretario generale dell'OMT.

Calo delle prenotazioni

Un conflitto di breve durata potrebbe limitare i danni per la stagione estiva. Ma per ora, un dato è certo: le prenotazioni sono in netto calo rispetto all'anno scorso, dice ancora Frangialli

Hans Lerch, direttore esecutivo dell'agenzia Kuoni, ha costatato dal canto suo che "molti clienti hanno i soldi per viaggiare, ma per ora non fanno prenotazioni. Preferiscono attendere che le incertezze rispetto alla crisi irachena siano superate."

Dopo un 2001 difficile, conclusosi con una perdita di 282 milioni di franchi, Kuoni è tornata nelle cifre nere, con un utile di 26,2 milioni di franchi, nel 2002.

Il 2002 era stato un anno buono

La schiarita sarà solo di breve durata? È la domanda che si pongono tutti gli operatori del settore. Ma lungi dal lasciarsi abbattere, hanno già varato delle misure. Oggi si possono prenotare dei viaggi a prezzi stracciati per diverse destinazioni nell'Africa del Nord, come l'Egitto, la Tunisia o il Marocco.

È però improbabile che tali misure possano rianimare il settore: "Attualmente, il prezzo dei viaggi non è un elemento determinante. Le persone hanno paura", ritiene Hans Peter Nehmer, portavoce di Hotelplan.

Ci sarà una ripresa?

Il settore si attende una ripresa al termine delle operazioni militari, analogamente a quanto accaduto dopo la prima Guerra del Golfo.

I paragoni potrebbero però trarre in inganno. Prima di tutto, il clima economico prima del 1991 era assai migliore di quello attuale. Molti istituti congiunturali tedeschi prevedono un'imminente recessione in Germania.

Se a questo si aggiunge la salute tutt'altro che invidiabile delle economie europee, del Giappone e degli Stati Uniti, la ripresa sembra piuttosto ipotetica.

Nessuno pronostico per il 2003

"È difficile fare previsioni per l'anno intero", dice il portavoce di Hotelplan. "La crisi irachena rende molto particolare l'attuale situazione."

Particolare, certo, ma non disperata. "La situazione era ben più grave dopo l'11 settembre 2001 e il grounding della Swissair", sottolinea Peter Anderegg, direttore del marketing e delle vendite dell'agenzia di viaggi SSR.

In ogni caso, questa crisi penalizza una regione in cui il turismo stava registrando tassi di crescita elevatissimi. In Medio Oriente il settore turistico era cresciuto dell'11% nel 2002, contro una media del 3% nel resto del mondo.

swissinfo, Jean-Didier Revoin (traduzione: Andrea Tognina)

In breve

La crisi irachena induce i turisti a rinviare le vacanze. Gli operatori del settore turistico sperano in una ripresa dopo la fine della guerra, analogamente a quanto avvenuto dopo la prima Guerrra nel Golfo. Ma i segnali di recessione in Germania e il cattivo stato delle altre economie fanno apparire questa speranza un'ipotesi recondita.

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