La congiuntura rallenta, parola di UBS
Si manifesta più forte del previsto il rallentamento congiunturale nel settore industriale svizzero: a perdere di vigore sono soprattutto le esportazioni, ma anche il mercato interno non soddisfa più le aspettative. È quanto risulta dall'ultimo sondaggio trimestrale dell'UBS.
Questo contenuto è stato pubblicato il 04 luglio 2001 - 11:36L'analisi delle risposte di 350 aziende-campione per il secondo trimestre è stata pubblicata mercoledì, ma a metà giugno i valori raccolti avevano già portato l'UBS a rivedere decisamente al ribasso le previsioni di crescita del prodotto interno lordo, dal 2,2 all'1,6 per cento.
Stando ai risultati del sondaggio, nel mese di aprile, maggio e giugno il rallentamento si è accentuato: le previsioni relativamente ottimistiche di marzo non hanno trovato riscontro.
Solo i settori alimentare, orologiero e della plastica si sottraggono al generale rallentamento degli affari. Un vero e proprio regresso viene segnalato solo nel settore tessile e nell'industria grafica.
Soltanto il 2 per cento delle aziende ha registrato - per saldo -entrate di ordinazioni superiori a quelle del secondo trimestre 2000. In marzo il 28 per cento delle società si attendevano invece un'evoluzione positiva. Nonostante la stagnazione delle commesse, la produzione è drasticamente aumentata e le ordinazioni in portafoglio per la prima volta negli ultimi tempi sono tornate a calare. Sul fronte delle entrate, la situazione è migliorata solo nel settore alimentare e orologiero, sebbene anche altri rami economici siano riusciti ad aumentare leggermente il prezzo dei loro prodotti.
Sempre nel secondo trimestre 2001, il 23 per cento delle aziende-campione ha aumentato il personale, contro un 15 per cento che l'ha ridotto. Complessivamente il numero degli impiegati nelle società che hanno partecipato al sondaggio è salito rispetto alla fine di giugno dell'anno scorso.
Per quanto riguarda il terzo trimestre, le industrie si attendono nuovi impulsi, seppure limitati, sia sul mercato estero che su quello interno: il 35 per cento delle imprese prevede di produrre di più, il 19 per cento di meno. Le scorte di lavoro dovrebbero diminuire ancora.
swissinfo e agenzie
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