L'orologeria svizzera in una fase di forte espansione
Da un anno l'orologeria svizzera si trova in una fase di espansione. Nel primo semestre del 2000 le esportazioni hanno segnato una progressione del 17,2 percento rispetto al medesimo periodo dell'anno passato, salendo a 4,72 miliardi di franchi.
La fiducia espressa dai fabbricanti permette di ritenere che la tendenza proseguirà nei prossimi mesi, indica giovedì la Federazione dell'industria orologiera svizzera. Nella seconda parte dell'anno il ritmo di crescita sarà però meno sostenuto.
Il settore è riuscito ad approfittare della buona congiuntura mondiale e dell'indebolimento del franco svizzero rispetto al dollaro, spiega la Federazione. Alcuni settori hanno raggiunto i limiti delle capacità. Di conseguenza, i fabbricanti hanno incrementato le importazioni di componenti: 34,6 percento per le casse, 22,5 percento per i braccialetti. In termini quantitativi, si è assistito a una flessione degli orologi finiti esportati: -3 percento a 14,6 milioni di unità. In valore invece è stato rilevato un aumento del 16,7 percento a 4,24 miliardi di franchi.
La flessione quantitativa è dovuta essenzialmente all'evoluzione degli orologi in materie sintetiche (-11,3 percento) e in alluminio (- 16,3 percento). In calo anche gli orologi placcati (-11,9 percento). In crescita invece l'esportazione di orologi in acciaio ( 12,5 percento) e in oro ( 10,1 percento).
Le vendite all'estero di orologi in acciaio hanno fruttato 1,85 miliardi di franchi ( 26,5 percento) nel periodo in esame, quelli in oro un miliardo di franchi ( 15,2 percento).
Per quanto riguarda i movimenti, i pezzi esportati sono aumentati del 22,9 percento, passando a 2,9 milioni, per un valore di 58 milioni di franchi ( 29,6 percento).
Tutti i quindici principali mercati dell'orologeria svizzera hanno registrato un'espansione. Gli Stati Uniti hanno assorbito prodotti elvetici per 810,8 milioni di franchi ( 22,3 percento). Gli acquisti di Hong Kong hanno raggiunto 679,5 milioni ( 17,1 percento), il Giappone 453,9 milioni ( 14,7 percento), l'Italia 395,8 milioni ( 6,1 percento). Per gli altri undici mercati, i tassi di crescita oscillano tra il 2,2 percento dell'Olanda e il 32,7 percento segnato dalla Thailandia.
Gli affari sono ritornati ai livelli precedenti la crisi sui principali mercati asiatici e in Medio Oriente. Il clima favorevole ai consumi in Europa ha fatto segnare progressi notevoli in particolare in Francia ( 28,1 percento) e in Gran Bretagna ( 18,4 percento).
swissinfo e agenzie

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