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L'Italia deve rimanere coi piedi per terra

A Luca Toni, centravanti della nazionale italiana, manca solo la soddisfazione del gol agli europei di calcio. Keystone

La vittoria contro la Francia ha sicuramente liberato gli azzurri dalla pressione psicologica, ma ora non bisogna farsi prendere dall'esaltazione, sostiene Marco Tardelli. Il campione del mondo del 1982 è però fiducioso per la partita di domenica contro la Spagna.

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 giugno 2008

Il suo memorabile urlo di gioia e la sua corsa dopo il gol del 2-0 segnato contro la Germania Ovest nella finale del Mondiale del 1982 fanno parte delle immagini storiche del calcio.

Dopo essersi ritirato dal calcio professionistico, Marco Tardelli ha iniziato una carriera d'allenatore, occupandosi dell'Under 16 dell'Italia, poi del Como e del Cesena. Nel 1997 ha assunto le redini della nazionale Under 21, conquistando il titolo di campione d'Europa nel 2000. L'esperienza con l'Inter nella stagione 2000/2001 si è conclusa invece in modo negativo, così come quelle successive con il Bari, con la nazionale egiziana e con l'Arezzo.

Dal maggio del 2008 Tardelli è diventato vice di Giovanni Trapattoni, commissario tecnico della nazionale irlandese. Per questi Europei, il campione del mondo del 1982 è opinionista della RAI.

swissinfo: Nello spazio di 90 minuti l'Italia è passata dalla depressione assoluta all'esaltazione. Qual è il suo sentimento?

Marco Tardelli: Anche troppa esaltazione! Abbiamo giocato una bella gara, contro però una squadra in disarmo e soprattutto ridotta in 10.

Psicologicamente, comunque, il fatto di riuscire a passare questo turno ha fatto cambiare tante cose. Quando si è a posto mentalmente, quando è passata la paura, si sta meglio anche fisicamente.

Il problema è che per la prossima partita ci mancheranno Gattuso e Pirlo, senza parlare poi dell'assenza di Cannavaro. In difesa abbiamo un po' di problemi, anche se contro la Francia si è comportata bene.

swissinfo: Anche in attacco gli azzurri hanno però qualche problema. I tre gol sono stati segnati su palle ferme...

M.T.: Non credo sia un grosso problema. Toni ha avuto diverse occasioni, è sempre stato una spina nel fianco delle difese avversarie. Si sbloccherà, anzi si è già sbloccato perché il gol contro la Romania era validissimo.

swissinfo: Donadoni ha subito dei pesanti attacchi dopo le prime due partite. Come giudica il suo operato?

M.T.: Questi attacchi fanno un po' parte del gioco, anche se noi italiani siamo sempre molto propensi alla polemica. Ritengo però che la sua gestione sia positiva. Sta conducendo un buon gruppo ed è riuscito ad integrarsi molto bene.

swissinfo: Domenica c'è un quarto di finale Italia-Spagna. Come pensa che andrà a finire?

M.T.: La Spagna ha paura di noi, ha sempre avuto dei grossi problemi contro l'Italia. Gli spagnoli hanno sempre fatto bene all'inizio dei tornei, poi sono spariti.

La squadra diretta da Aragones può appoggiarsi su un centrocampo forte e su un attacco eccezionale. La difesa però rimane un'incognita. Secondo me non è sicura come la nostra.

swissinfo: Quale squadra l'ha più impressionata?

M.T.: L'Olanda ha sicuramente fatto vedere il gioco migliore, assieme alla Spagna. Il Portogallo ha giocato bene, ma è composto da molti più solisti. Mi ha deluso molto la Francia e anche la Germania non mi ha convinto. Ancora una volta, però, è riuscita ad andare avanti.

swissinfo: E la squadra rivelazione?

M.T.: Sicuramente non pensavo di vedere la Turchia ai quarti. La Cechia ha però buttato via un'occasione grossissima.

La Russia mi ha fatto una buona impressione, eccetto durante la prima partita. Nel secondo e nel terzo incontro si è invece visto il lavoro di Guus Hiddink. Mercoledì contro la Svezia è rientrato Arshavin, che ha dimostrato di essere il fuoriclasse della squadra. Pavlyuchenko è migliorato. La Russia potrebbe essere la sorpresa di questi Europei.

swissinfo: Due parole sulla Svizzera...

M.T.: Mi aspettavo qualcosa di più, perché ha dei buoni giocatori che militano all'estero e sono abituati a giocare sotto pressione. È stata anche un po' sfortunata, perché ha perso subito Alex Frei, l'unico giocatore di grande qualità.

In Svizzera il calcio è purtroppo vissuto come un non-lavoro, gode di pochissime considerazioni. Parlo anche per esperienza, visto che ho giocato un anno in Svizzera. Finché questa situazione perdura difficilmente la nazionale elvetica potrà fare qualcosa.

swissinfo: A livello organizzativo tutto sta funzionando bene oppure ci sono dei problemi?

M.T.: No, tutto va bene. Non si può chiedere di più. La Svizzera del resto è abituata ad essere organizzata.

swissinfo: I grandi appuntamenti come i Mondiali e gli Europei diventano sempre più una sorta di ritrovo per VIP e un supporto pubblicitario per gli sponsor. Un inviato del Corriere della Sera rimpiangeva recentemente l'estinzione di quelli che chiama gli "animali da stadio", ossia i veri tifosi, i venditori di gagliardetti e così via. Cosa ne pensa?

M.T.: Negli stadi durante queste manifestazioni ci sono tutti coloro che non si vedono durante il resto dell'anno. Amano il calcio perché è un business. Quando si tratta di essere presenti per avere qualcosa in più – voti o altro – sono tutti lì.

Il contatto tra i tifosi e i calciatori è comunque già andato perso. Fare il calciatore è diventato una professione vera, seria, che ha però perso un po' l'anima.

D'altronde si tratta di spettacolo. Quando si vuole intervistare un attore, ad esempio, bisogna passare dal suo manager, prendere un appuntamento... Il calcio è diventato la stessa cosa. La colpa è però soprattutto dei media, non dei calciatori.

swissinfo, intervista di Daniele Mariani

Marco Tardelli

Nato il 24 settembre del 1954, Marco Tardelli ha iniziato la sua carriera professionistica nel Pisa nel 1972 in serie C1.

Dopo una stagione in B nel Como (1974-1975), Tardelli è passato alla Juventus, squadra con la quale ha disputato 259 incontri, vincendo vincendo cinque campionati, due Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa UEFA.

Tra il 1985 e il 1987 ha militato nelle file dell'Inter. Tardelli ha concluso la sua carriera in Svizzera, nel San Gallo, dove ha disputato la stagione 1987/1988.

In maglia azzurra ha partecipato ai Mondiali del 1978 e del 1982, nonché all'Europeo 1980. Nella finale dei Mondiali spagnoli (vinta dall'Italia contro la Germania Ovest per 3-1) ha siglato il gol del 2-0.

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I quarti di finale

19 giugno 20.45 Basilea Portogallo - Germania

20 giugno 20.45 Vienna Croazia - Turchia

21 giugno 20.45 Basilea Olanda - Russia

22 giugno 20.45 Vienna Spagna - Italia

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