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L'archeologia corre sull'autostrada

Frammento di cratere greco del V secolo a.C., rinvenuto a Sevaz, canton Friborgo. Servizio Archeologico Cantonale, Friborgo

Le autostrade, generalmente, servono per spostarsi nello spazio. A volte però permettono di viaggiare anche nel tempo. I cantieri autostradali sono infatti spesso all'origine di importanti ritrovamenti archeologici. Anche i lavori di completamento della A1 tra Payerne e Yverdon-les-Bains sono stati accompagnati da una vasta campagna di scavi. Con risultati di grande rilievo.

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 aprile 2001 minuti

«2500 anni fa, nella regione della Broye friburghese, viveva un fabbro. Certo un personaggio rispettato, nella comunità, un esponente della tecnologia di punta della sua epoca. E che doveva amare le cose belle. Nella sua abitazione si trovavano varie ceramiche greche, prodotte nella regione di Atene. Forse le aveva acquistate da qualche parte o le aveva ricevute in dono».

È François Guex, capo del servizio archeologico del canton Friborgo, a raccontarci del fabbro della Broye. Le ceramiche in questione sono state ritrovate nel corso degli scavi archeologici lungo la nuova tratta dell'autostrada A1 in territorio friburghese. Un ritrovamento «assolutamente speciale», nota Guex. E che conferma come la regione a sud del lago di Neuchâtel fosse un'area di transito molto importante, tra est e ovest.

Anzi, prosegue Guex con un salto temporale che mette bene in luce come la storia non proceda sempre linearmente, ma sia fatta di una fitta trama di corsi e ricorsi, «è forse soltanto adesso, con la costruzione di questa autostrada, che la logica della topografia è di nuovo rispettata.» La regione ritorna a quella centralità che aveva avuto fino in epoca romana, prima di perderla in favore dei colli tra Berna e Friborgo.

I lavori archeologici abbinati alla costruzione della A1, nel canton Friborgo, sono iniziati già 25 anni fa, lungo la tratta della regione di Morat, tra Gurbrü e Greng, spiega Clara Agustoni, del servizio archeologico cantonale. Una nuova campagna di scavi è iniziata nel 1993, in contemporanea con l'avvio dei lavori per gli ultimi chilometri della A1 nella regione della Broye.

Sugli otto chilometri di percorso della A1 nella Broye friburghese sono stati effettuati dapprima circa 2500 sondaggi - delle trincee lunghe dai 5 ai 10 metri, che permettono agli archeologi di individuare le aree in cui scavare. I sondaggi hanno permesso di localizzare una quarantina di siti d'interesse archeologico.

I lavori di scavo sono quindi stati coordinati con gli ingegneri responsabili della costruzione della A1. «E non abbiamo mai fatto perdere tempo ai cantieri», sottolinea François Guex. «D'altra parte gli ingegneri, quando era possibile lasciarci più tempo per gli scavi, l'hanno fatto».

I ritrovamenti riguardano soprattutto l'età del bronzo e del ferro, ma non mancano reperti romani e spesso i siti presentano vari livelli. Clara Agustoni cita l'esempio di un sito a Bussy, nella regione di Payerne, in cui gli archeologi hanno trovato reperti che vanno dall'epoca preistorica fino al Medioevo.

I materiali raccolti nella Broye attendono ora di essere studiati. Il programma di studi finanziato dalla Confederazione, che prevede il coinvolgimento di 4-5 equipe di archeologi che hanno già lavorato agli scavi e di esperti esterni e che potrebbe estendersi per una decina d'anni, permetterà di valutare a fondo il significato dei ritrovamenti per la preistoria e la storia della regione.

In ogni caso si può già dire che la campagna di scavi lungo la A1, sia in territorio friburghese, sia in quello vodese, dove i lavori sono stati affidati ad uffici privati di archeologia, ha dato frutti assai rilevanti.

François Guex sottolinea in particolare il fatto che una così ampia azione di ricerca ha permesso di portare alla luce «una trama di insediamenti umani» nella regione, di avere una visione d'insieme che interventi puntuali non consentono. In più, finora l'età del ferro era conosciuta piuttosto attraverso le necropoli. Il ritrovamento di insediamenti umani nella Broye assume in questo senso una grande importanza, non solo per la storia regionale.

Andrea Tognina

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