Navigation

L'agricoltura biologica va a gonfie vele

swissinfo.ch

Insieme all'Austria, la Svizzera è leader mondiale nel campo dell'agricoltura biologica. Solo nei due primi mesi dell'anno, 690 aziende agricole hanno iniziato la conversione a metodi di produzione più rispettosi dell'ambiente. Ora l'obiettivo dell'Associazione svizzera delle organizzazioni per l'agricoltura biologica (Bio Suisse) è ora quello di far decollare il settore della carne.

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 marzo 2001 minuti

Attualmente il 9,5 per cento delle aziende agricole svizzere sono biologiche, pari al 9 per cento della superficie agricola totale, ha indicato giovedì a Berna Christof Dietler, segretario generale di Bio Suisse. La Svizzera, assieme all'Austria, è il leader mondiale nel campo dell'agricoltura biologica. Anche se è aumentata nelle regioni di pianura, la proporzione di superfici destinate all'agricoltura bio rimane predominante in quelle di montagna.

I Grigioni sono in testa alla classifica dei cantoni che hanno adottato tale «filosofia», con il 42,7 per cento della superficie agricola. Il Ticino, con il 9,5 per cento, si situa esattamente nella media svizzera. Anche il fatturato ha fatto registrare risultati incoraggianti. Nel 2000 il giro di affari relativo alla vendita al dettaglio ha raggiunto i 784 milioni di franchi, con una crescita del 18 per cento rispetto all'anno precedente. Le vendite della sola Coop, leader svizzero in questo settore, sono aumentate di 68 milioni di franchi, pari ad una crescita del 23,3 per cento, ha evidenziato Dietler.

Tra i prodotti bio più apprezzati dai consumatori vi sono latte e verdure. Il formaggio lo è molto meno, ha evidenziato Dietler. Anche per quanto riguarda la carne di manzo i risultati non sono soddisfacenti e Bio Suisse punta ora in alto. «La parte di mercato della carne bio rappresenta solo il 2 per cento delle vendite totali», ha affermato Toni Niederberger, contadino bio e membro del comitato dell'associazione: «Il nostro obiettivo è ambizioso: vogliamo che la carne di manzo conquisti nel 2005 il 10 per cento del mercato svizzero nel settore, per poi raggiungere il più rapidamente possibile il 20 per cento».

Inoltre l'agricoltura bio - sempre secondo Niederberger - può in questo periodo essere una risposta alla crisi dovuta alla mucca pazza. Anche se non possono dare garanzie assolute, i prodotti con la «gemma», il marchio di qualità rilasciato da Bio Suisse, riduce massicciamente il rischio di brutte sorprese.

La mancanza di informazione è il motivo principale che spiega l'insuccesso della carne bio, ha dichiarato Cordelia Galli, responsabile del marketing di Bio Suisse. Occorre spiegare ai consumatori perché la produzione bio è più cara e facilitare l'accesso a questo tipo di carne, ha indicato la Galli.

I consumatori non sanno ancora che la carne bio è il risultato di una produzione esclusivamente biologica, dalla concimazione del terreno all'alimentazione dei capi di bestiame. La carne bio non è solamente sinonimo di miglior qualità, ma rispetta anche i bisogni degli animali e contribuisce alla protezione dell'ambiente, hanno sottolineato i rappresentanti di Bio Suisse.

Oltre ad offrire una migliore informazione è necessario elaborare anche una strategia comune tra partner commerciali. Produttori, consumatori, grandi distributori e commercianti devono contribuire a sviluppare il mercato della carne bio, ha detto François-Philippe Devenoge, contadino bio e vice-presidente di Bio Suisse.

swissinfo e agenzie

Articoli menzionati

In conformità con gli standard di JTI

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Partecipa alla discussione!

Condividi questo articolo

Cambia la tua password

Desideri veramente cancellare il tuo profilo?