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Klee a Roma, per i giovani

Chiave rotta - un olio di Klee esposto a Roma. Paul Klee

Storica retrospettiva di Paul Klee al Vittoriano di Roma, con una mostra che propone ben 200 opere.

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 marzo 2004

Il curatore di questo avvenimento senza precedenti per la capitale italiana è Hans Christoph von Tavel, uno dei massimi esperti del pittore svizzero.

Un lavoro titanico quello del curatore Hans Christoph von Tavel. L’ex- direttore del museo d’arte di Berna, fra i massimi esperti di Paul Klee, è riuscito a riportare a Roma Paul Klee, che mancava dalla capitale italiana dal 1980.

Klee spiegato ai giovani

"E’ stata una grande sfida”, dice a swissinfo, von Tavel. “Questa retrospettiva è stata pensata per far conoscere il grande Klee ai giovani”.

Un impianto molto didattico quello proposto dal curatore. Dalle acqueforti, alla grafica, (opere del primo ‘900), la mostra percorre tutta la produzione dell’artista.

“Proprio per l’eclettismo del suo talento artistico, è difficile comprendere pienamente la quintessenza dell’intera opera di Klee” dice ancora von Tavel.

Un percorso artistico lungo gli anni precedenti la seconda guerra mondiale.

Periodo drammatico eppure artisticamente intenso con l’emergere delle prime avanguardie come il “Cavaliere Azzurro”, a Monaco, ispirato da Wassily Kandinsky.

Il Bauhaus, fondato da Gropius dopo la prima guerra a Weimar in Germania, offrì a Klee un’ altra grande opportunità: il confronto e la collaborazione con uno dei movimenti artistici e architettonici più importanti del XX.

All’accademia di Gropius, Klee rimase una decina di anni dove si dedicò anche all’insegnamento. Fu proprio durante questo periodo che sviluppò è perfezionò la sua espressione artistica imponendosi come uno dei massimi esponenti della pittura contemporanea.

Il nazismo e poi la malattia

Il ritorno precipitoso a Berna nel 1933, dopo l’avvento al potere del Nazismo, segnò una nuova drammatica tappa della sua vita.

Paul Klee, era nato nel canton Berna nel 1879, da padre tedesco e madre svizzera. Di qui il ritorno con la moglie e l’unico figlio proprio nella casa dei genitori.

Poco dopo il suo rimpatrio cominciano a manifestarsi i segni della sua malattia. Una sclerosi progressiva che lo costringerà per molto tempo a letto.

Ma è proprio durante questi ultimi anni di vita che Klee fa la sintesi della sua opera tarda. Una produzione smisurata in cui traspare il dolore per la malattia ma anche per la guerra. Le forme, i colori, richiamano costantemente il dramma che lo affligge.

E’ questa la parte più consistente della mostra romana. 70 opere provenienti dalla Fondazione Klee di Berna che proprio in questi mesi sta ultimando il nuovo centro tutto dedicato al pittore, progettato dall’architetto italiano Renzo Piano.

Paul Klee, muore il 29 giugno del 1940 durante un soggiorno di cura a Locarno. Inutilmente attese la cittadinanza svizzera che gli venne concessa solo postuma.

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

Fatti e cifre

200 opere in mostra
L’esposizione resterà aperta fino al 27 giugno

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In breve

Paul Klee, nasce a Muenchenbuchsee, vicino a Berna, da padre di origine tedesca.

Dopo la maturità, nel 1898, si trasferisce a Monaco, dove segue le lezioni di Franz Stuck, assimilando i principi dello Jugendstil.

A Monaco conosce la pianista Lily Stumpf, che sposerà nel 1906 e che gli darà il suo unico figlio Felix.

Nel 1920 entra a far parte del corpo docente del Bauhaus a Weimar e poi a Dessau.

Nel 1933 deve lasciare la Germania perseguitato dal Nazismo e torna a Berna.

All’ inizio dell’estate del 1940, durante un soggiorno di cura a Locarno, muore all’ età di 61 anni.

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