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Intellibike: "il meglio del meglio"

Un primo piano dell'intellibike, il prototipo che, secondo le aspettative degli ingegneri, attraverserà l'Australia in 6 giorni. spiritofbike.ch

Chiamarla semplicemente bicicletta sarebbe ridicolo. Intellibike, il prototipo dell'avventura australiana, è uno spettacolare gioiello tecnologico. Innovativo e costoso.

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 novembre 2001 minuti

Alta tecnologia svizzera in azione su 3'025 km (più o meno la distanza tra Mosca e Madrid), attraverso i remoti ed immensi spazi del deserto australiano percorrendo l'infuocata Stuart Highway. La Scuola d'ingegneria di Bienne (HTA) partecipa al World Solar Challenge consapevole di aver messo a punto un mezzo futuristico.

Un telaio composto da una miscela di elementi ultraleggeri in grado comunque di garantire la stabilità necessaria. Un motorino elettrico da 8 kg, inserito nel mozzo della ruota lenticolare posteriore, capace di generare 775 Watt di potenza. Una batteria da 6 kg ai polimeri di litio fino a 6 volte più capiente di una normale batteria. Freni gestiti elettronicamente. Design aerodinamico testato nella galleria del vento. Il tutto per un concentrato di tecnologia di circa 25 kg. "Ogni elemento dell'intellibike rappresenta il meglio del meglio nella sua categoria" assicura il professor Henry Schwarzenbach, uno dei responsabili dello sviluppo di intellibike.

Ma non è tutto. Anzi il bello deve ancora venire. La "figlia" degli ingegneri dell'HTA è intelligente: una serie di sensori misurano costantemente la prestazione del ciclista, la sua frequenza di pedalata ed il suo ritmo cardiaco per ottimizzare l'utilizzo del motore e garantire così una combinazione ideale tra forza muscolare e propulsione tecnica. In sostanza la "bicicletta" riesce a leggere la topologia del percorso e la condizione fisica del ciclista, adattando così la propria spinta autonoma. Senza dimenticare che, in discesa, la batteria sfrutta il moto dell'intellibike per ricaricarsi.

Le prestazioni sono conseguenti. Il ciclista, la cui forza viene addirittura quintuplicata, prova l'ebbrezza di viaggiare a punte di 70-80 km/h. Durante la gara, l'obiettivo del team è quello di mantenere una velocità di crociera di circa 62-66 km/h. A questa andatura, l'autonomia dell'accumulatore dovrebbe situarsi attorno ai 100 km dopo i quali si imporrà una breve pausa per sostituire la batteria. La pila scarica sarà ricaricata grazie ai pannelli solari installati sul veicolo di sostegno al seguito dell'intellibike.

Un team da formula uno

Il team di spirit of bike in azione potrebbe essere confuso con una squadra di formula uno: una trentina di persone al seguito delle due biciclette in gara, tute complete con tanto di sponsor un po' ovunque, auricolari e piccoli microfoni per la comunicazione costante tra i diversi protagonisti.

La fase di progettazione e realizzazione dell'intellibike non è stata una bazzecola. Il progetto è iniziato nel 1999. Nel corso del 2001, un gruppo di una ventina di ingegneri e assistenti l'ha concretizzato, costruendo 5 esemplari in circa 150 giorni. "Solo di materiale, tralasciando quindi di considerare i costi di ricerca e sviluppo, ogni intellibike ha un valore di circa 30'000 franchi" sottolinea Henry Schwarzenbach. Nel 2001 il budget di spirit of bike, garantito da tutta una serie di sponsor, ha superato il milione di franchi.

"Sulla base di questi presupposti finanziari, una commercializzazione dell'intellibike nel suo insieme non è per il momento ipotizzabile" rileva August Pfluger, coordinatore del progetto. "Siamo però già in contatto con alcuni grandi produttori di e-bike per l'integrazione di alcune nostre innovazioni nelle produzioni future destinate al pubblico".

Davide contro Golia

E allora via verso la corsa australiana, dove "quest'anno tuttavia non potremo ripetere la vittoria del 1990" rileva August Pfluger. Il team di Bienne è infatti l'unico a presentarsi alla partenza con un prototipo a due ruote. Gli altri 45 concorrenti continuano infatti a gareggiare con dei prototipi di auto solari: più aerodinamici, più potenti e non dipendenti dalla forza muscolare dei loro piloti. Ma, secondo il professor Schwarzenbach, "più costosi e meno interessanti per sviluppi concreti futuri".

Due "cilindrate" molto diverse tra loro dunque. "Il nostro obiettivo è quello di concludere il percorso in 6 giorni. Realizzarlo sarebbe la nostra vittoria" conclude il professore Schwarzenbach.

Come indica un simpatico adesivo a proposito della singolare e monotona assenza di curve lungo la Stuart Highway, "dopo la partenza, svoltare a destra al primo incrocio e poi sempre diritti in direzione sud ... per 3'000 km". Pedalando.

Marzio Pescia

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