Indiscrezioni e dietrologia sulla strage di Zugo e Ben Laden
Sulla strage di Zugo il fantasma di Ben Laden. L'azzardato accostamento viene proposto dal quotidiano italiano Libero che nell'edizione in edicola sabato specula, in un lungo articolo, sul presunto coinvolgimento dello sceicco saudita nella tragica mattanza avvenuta nel parlamento cantonale zughese il 27 settembre scorso.
Quel tragico giovedì mattina quattordici persone persero la vita. A togliergliela il pluriomicida Friedrich Leibacher che si suicidò. Per gli inquirenti elvetici si era trattato di un raptus di pazzia e venne escluso qualsiasi legame con il terrorismo internazionale.
Tuttavia, negli scorsi giorni, sempre sul quotidiano italiano Libero (diretto da Vittorio Feltri, una delle firme celebrate dal giornalismo italiano), l'ex presidente del Consiglio dei ministri ed attuale senatore a vita Giulio Andreotti ha sostenuto che molte circostanze potrebbero confermare dei collegamenti fra Ben Laden e Friedrich Leibacher.
Quanto c¹è di vero nelle parole del grande vecchio della politica italiana? Giulio Andreotti, sul numero di Libero di mercoledi scorso, in un intervista sulla crisi internazionale, citava l'agenzia Repubblica, vicina ai servizi segreti italiani, agenzia che, qualche giorno prima della strage di Zugo, aveva pubblicato un lungo articolo sui presunti conti di Ben Laden nella cittadina che si affaccia sul Lago di Zurigo e sul ruolo del cantone, riconosciuto crocevia di traffici finanziari, a volte sospetti come per le armi.
Il legame tra i conti bancari e finanziari di Ben Laden e la strage può essere il frutto di una sola coincidenza, anche se curiosa, ha sostenuto Andreotti riferendosi alla quasi contemporaneità fra la pubblicazione dell'articolo e la strage.
Esiste comunque un precedente. Agli inizi dello scorso mese di aprile il settimanale italiano Panorama aveva pubblicato la prima puntata di una serie di reportages su Zugo e sul suo ruolo quale base per il traffico di armi di ogni tipo in particolare verso l'Egitto e l'Iran. Dopo l¹uscita del primo articolo, secondo fonti vicine ai servizi segreti italiani, un noto avvocato romano era intervenuto presso la redazione di Panorama per bloccare il seguito delle pubblicazioni.
Il tempo necessario perché eventuali conti sospetti lasciassero il cantone, prima che qualcuno potesse iniziare a curiosare, dicono ancora i servizi segreti italiani. Un ultimo elemento curioso è la permanenza per alcuni anni di Friedrich Leibacher nei Paesi mediorientali. Circostanza che gli avrebbe permesso di venire in contatto con gruppi del terrorismo arabo.
Insomma, la vicenda si infittisce anche se le autorità elvetiche continuano ad escludere qualsiasi collegamento con il terrorismo internazionale. Una cosa è comunque certa: Leibacher era superarmato quando ha fatto irruzione nel parlamento cantonale di Zugo. Sapeva esattamente cosa stava facendo e realizzando quindi, con fredda determinazione, il disegno criminale che aveva in testa.
swissinfo e agenzie

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