In Svizzera il radon uccide più dell'AIDS
Sono da 200 a 300 gli svizzeri che ancora oggi muoiono ogni anno di cancro ai polmoni a causa di questo gas naturale radioattivo.
E nel nostro Paese le prime misurazioni sulla concentrazione di radon nelle abitazioni sono state effettuate agli inizi degli anni Ottanta.
L’Organizzazione mondiale della salute (OMS) ha appena lanciato il proprio Progetto internazionale di lotta contro i rischi del radon. Prevista su tre anni, questa azione si propone di aiutare i paesi toccati a diminuire i rischi sanitari legati al radon.
Questo gas naturale, inerte e radioattivo, proviene dalla catena di disintegrazione dell’uranio. Non ha odori, non ha colore, non ha gusto. E’ presente in tutto il mondo e le proporzioni dipendono dalla concentrazione di uranio nei terreni.
Secondo l’OMS il radon è la seconda causa di cancro ai polmoni, dopo il tabacco. Dal 6 al 15% dei casi di cancro sono infatti originati dal radon. Nel fumatore l’esposizione alle radiazioni ionizzanti moltiplicherebbe per 25 i rischi.
In Svizzera 240 decessi all’anno
In Svizzera questo tasso raggiunge l’8,4%. "Nel 2004 – sottolinea Georges Piller, fisico e responsabile della sezione radon presso l’Ufficio federale della salute pubblica (UFSP) - circa 240 decessi erano dovuti al cancro ai polmoni generato dal radon. Un numero più elevato rispetto alle cifre attribuite all’AIDS".
Particolarmente colpiti dal radon i cantoni Ticino, Grigioni e quelli dell’Arco giurassiano, specialmente Neuchâtel e Giura. Il radon predilige le rocce più permeabili, come quelle che in geologia si definiscono sistemi geologici carsici.
La porosità delle rocce permette al radon di salire facilmente in superficie. A contatto con l’aria le particelle alfa – le radiazioni ionizzanti sprigionate dal radon – si fissano sugli aerosol, le polveri o le particelle.
Un gas insidioso
Successivamente ad ogni inspirazione si posano sulle cellule del tessuto polmonare e l’irradiano. Possono passare degli anni, persino dei decenni, prima dell’apparizione del cancro ai polmoni.
Debole all’esterno, per effetto della diluizione, il radon può però raggiungere bruscamente concentrazioni elevate in certi luoghi, come le miniere e le grotte. Ma anche nelle abitazioni delle regioni a rischio.
Approfittando delle zone non a tenuta stagna (come le crepe, le giunture di muri e pavimenti e le canalizzazioni, ...), questo gas si infiltra nelle cantine e può raggiungere facilmente i piani superiori.
Il valore normale è di 400 Becquerel (Bq) per metro cubo (m3). Secondo le norme europee, il rischio di cancro ai polmoni aumenta considerevolmente a partire da un tasso di radon superiore ai 1000 Bq/m3.
Ticino e Neuchâtel monitorati da vicino
Recentemente uno studio condotto nella parte alta del canton Neuchâtel ha rivelato che un terzo dei comuni si situa su un terreno che nasconde del radon. Circa 80 dei 1500 edifici controllati oltrepassavano il limite di 1000 Bq/m3.
"A partire dal prossimo inverno – annuncia Georges Piller – avvieremo delle campagne di misurazioni nei cantoni di Neuchâtel e Ticino. Dovrebbero durare una decina di anni e numerosi comuni a rischio saranno presi in esame".
E Grigioni e Giura? "Purtroppo – deplora il funzionario - non abbiamo mezzi finanziari sufficienti per intraprendere azioni di ampio respiro come quelle avviate nella lotta contro il tabacco e l’AIDS".
Informata dal 1994 - data dell’entrata in vigore dell’Ordinanza sulla protezione dalle radiazioni - l’opinione pubblica stenta ancora a sentirsi coinvolta dal problema. "Sono infatti poco numerose – commenta il fisico - le persone informate sulla reale posta in gioco".
"Contrariamente ad altre fonti cancerogene, come le antenne della telefonia mobile, il radon è un problema naturale. Non ci sono dei colpevoli. La percezione del pericolo – aggiunge l’esperto – è pertanto diversa. E ciò allenta la nostra lotta".
Sensibilizzare gli ambienti dell’edilizia
Limitare l’esposizione al radon nelle abitazioni non è tuttavia una lotta persa. Esistono infatti numerose misure, sia a livello preventivo sia a livello di risanamento.
Secondo l’OMS aumentare la ventilazione sotto il pavimento o sigillare crepe e buchi nei muri, sono semplici modifiche spesso sufficienti per migliorare le condizioni degli edifici.
Un risanamento diventa obbligatorio dal momento che i limiti di 1000 Bq/m3 vengono oltrepassati. L’intervento è a carico del proprietario dell’immobile, come stipulato dall’Ordinanza sulla protezione dalle radiazioni in Svizzera.
Prevenire al momento della costruzione (cantine con lastre di cemento, circolazione dell’aria sotto la casa, sistema di aerazione delle fondamenta), rappresenta naturalmente un’altra possibile soluzione.
"In mancanza di poter sensibilizzare compiutamente l’opinione pubblica – conclude Piller – cerchiamo di rendere vigili e attenti gli ambienti dell’edilizia sulle differenti possibilità di intervento per lottare contro il radon".
swissinfo, Raphael Donzel
(traduzione e adattamento Françoise Gehring)
Fatti e cifre
La Svizzera conta circa 7 milioni di abitanti
Circa 70 mila persone muoiono ogni anno, di cui 17 mila a causa di un cancro
Il cancro ai polmoni miete circa 27 mila vittime all’anno
Da 200 a 300 decessi possono essere attribuiti al radon
In breve
La concentrazione di radon può essere misurata in modo semplice ed economico attraverso dei dosimetri (costano 60 franchi) disponibili presso i servizi accreditati.
Per una casa familiare occorre collocare da due a tre dosimetri in diversi punti dell’abitazione, non esposti a correnti d’aria.
Si consiglia di misurare i piani inferiori, poiché la concentrazione di radon diminuisce progressivamente salendo i piani. E’ inoltre meglio procedere alle misurazioni d’inverno.

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