Il Ticino visto da fuori
Un giornale svizzero-tedesco consacra un ampio articolo al Ticino, spiegando ai cittadini di oltr'Alpe perché si tratta di una terra di diatribe e scandali.
Tra le ragioni principali, indica la «SonntagsZeitung», le dimensioni ridotte del territorio e l'elevata concentrazione di prodotti mediatici.
«Un cantone gioca a fare la repubblica». Con questo titolo il domenicale svizzerotedesco «SonntagsZeitung» dedica oggi due pagine al Ticino, cercando di inquadrare il cosiddetto «Fiscogate» nell'ambito più generale della realtà politica, sociale e mediatica che caratterizza il sud delle Alpi.
«Non solo la vicenda Masoni lo mostra: in Ticino valgono altre leggi rispetto al resto della Svizzera», afferma il domenicale.
Microcosmo di scandali
L'articolo principale, firmato da Gerhard Lob (corrispondente anche di swissinfo, da tanti anni in Ticino) spiega al lettore svizzerotedesco l'amore per la politica e per il confronto che caratterizza i ticinesi, la situazione di isolamento dovuta alle Alpi, il microcosmo dove nascono «scandali e scandaletti», l'influsso delle grandi famiglie e delle logge massoniche.
Secondo la «SonntagsZeitung» si mormora ad esempio che il sindaco di Lugano Giorgio Giudici stia mobilitando i «fratelli» in soccorso della consigliera di stato Marina Masoni, al centro di un terremoto politico e finanziario dopo lo scandalo del Fiscogate.
Le ridotte dimensioni del territorio sono terreno fertile per le diatribe, continua il domenicale: non stupisce quindi la proliferazione degli avvocati.
Dispute appassionate
Inoltre, in nessun luogo al mondo vi è una concentrazione mediatica così forte: due televisioni pubbliche ed una privata, tre stazioni radio pubbliche e due private, 3 quotidiani, numerosi settimanali e riviste.
I politici hanno quindi una bella piattaforma a disposizione, ma sono anche subito sotto pressione se commettono irregolarità.
I ticinesi sono allergici ai consigli provenienti da nord, ma secondo l'articolista gli svizzerotedeschi possono stare tranquilli: il caso Masoni non è che un nuovo, normale capitolo in un cantone un cui le dispute vengono condotte con passione.
Vittima del «berlusconismo»
In una scheda la «SonntagsZeitung» presenta poi alcuni personaggi legati agli scandali che più hanno fatto notizia: tra questi, il deputato democentrista in Gran Consiglio Roger Etter, accusato di amministrazione infedele e tentato omicidio; il presidente del Lugano calcio Helios Jermini, suicidatosi presumibilmente in seguito a operazioni finanziarie illecite; il senatore democristiano Filippo Lombardi e la sua «abitudine» di bere al volante; il deputato della Lega Flavio Maspoli e la falsificazione di firme elettorali.
O ancora il giudice Franco Verda e i suoi legami con gli ambienti del contrabbando e l'immobiliare Maurizio Virgilio, al centro dello scandalo della vendita degli immobili SUVA. Come dire, chi più ne ha più ne metta.
Il foglio zurighese dà inoltre spazio a un intervento dello scrittore Alberto Nessi, secondo cui i mali del Ticino sono cominciati con il boom economico.
A suo avviso la situazione è poi peggiorata da quando in Italia domina il «berlusconismo»: un'ideologia che ha attecchito anche nel cantone a sud delle Alpi, dove i piccoli politici e i magnati della finanza come la famiglia Masoni fanno solo i loro interessi e dimenticano cosa sia l'etica e il bene pubblico, conclude Nessi.
swissinfo e agenzie
Fatti e cifre
Alla fine del 2005, la popolazione del Ticino era di 319'900 abitanti.
Oltre il 25% sono stranieri.
5,3% il tasso di disoccupazione a marzo.

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