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Il Parlamento vuole sanare l'assicurazione invalidità

L'accesso alle rendite dell'AI diventerà più arduo Keystone

Dopo i deputati, anche i senatori hanno approvato i principi della Quinta revisione, che mira a ridurre il disavanzo dell'Assicurazione invalidità, limitando il diritto alle prestazioni e privilegiando il reinserimento professionale.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 giugno 2006

La Camera alta ha invece respinto la proposta di adeguare le rendite versate all'estero al costo della vita del paese in cui vivono i beneficiari.

Seguendo l'esempio del Camera del popolo, che aveva accordato luce verde in marzo, anche il Consiglio degli Stati ha dato giovedì il suo beneplacito al progetto di Quinta revisione dell'Assicurazione invalidità (AI), accettato con 25 voti favorevoli e 6 contrari.

La riforma poggia su una nuova filosofia destinata a ridurre drasticamente il numero dei beneficiari dell'assicurazione statale, salito dal 3,2% della popolazione attiva nel 1992 al 5,2% nel 2004.

Questo sensibile aumento ha creato una voragine finanziaria nelle casse dell'AI, che hanno chiuso con un nuovo disavanzo di 1,7 miliardi nel 2005.

Reinserimento prima della rendita

La riforma dell'AI si basa in particolare sul principio "reinserimento prima della rendita": in futuro gli assicurati che rivendicano delle prestazioni dovranno partecipare a tutte le misure proposte dall'AI per mantenere il loro lavoro o reinserirsi nella vita professionale.

Tale obbligo comprende sia il ricorso a mezzi medici, che corsi di formazione professionale o programmi occupazionali. Pur chiedendo maggiore cooperazione alle aziende, i parlamentari hanno rinunciato a fissare delle quote, che avrebbero costretto le imprese ad assumere persone parzialmente disabili.

La maggioranza del Parlamento ha inoltre deciso di accordare il diritto ad una rendita solo alle persone assicurate da almeno tre anni (finora un anno). Una disposizione che rischia di penalizzare stranieri e giovani che accedono per la prima volta al mercato del lavoro in Svizzera.

Le due Camere hanno pure stralciato le rendite complementari versate attualmente ai coniugi dei beneficiari di prestazioni AI e hanno soppresso anche il cosiddetto "supplemento di carriera". Le rendite dovrebbero quindi venir calcolate in futuro sulla base dell'ultimo guadagno realizzato, senza tener conto delle prospettive professionali dell'assicurato.

Finanziamento immutato

Come il Consiglio nazionale, anche la Camera alta ha preferito rinviare ad una Sesta revisione il dibattito sulla necessità di aumentare o meno i premi dell'assicurazione, dall1,4% all'1,5% del salario. Resterà pure in sospeso la proposta di aumentare dello 0,8% l'Imposta sul valore aggiunto, destinando questo prelievo supplementare all'AI.

Anche al Consiglio degli Stati, la riforma è stata criticata dalla sinistra, secondo la quale le misure previste comporteranno a loro volta dei costi e non permetteranno all'AI di uscire dalle cifre rosse.

"È giusto chiedere agli assicurati di fare degli sforzi, ma non sarà sufficiente, se non si esige anche un impegno maggiore da parte dei datori di lavoro", ha avvertito la consigliera agli Stati socialista Anita Fetz.

Di tutt'altro parere il ministro della sanità Pascal Couchepin, per il quale la riforma rappresenta "una tappa importante". Il Consigliere federale ha rilevato che, tra i paesi dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la Svizzera registra il miglior tasso di reinserimento professionale degli invalidi.

Nessun cambiamento per l'estero

I senatori hanno invece bocciato la proposta, approvata dal Consiglio nazionale, di adeguare le rendite versate all'estero al potere di acquisto del paese in cui vivono i beneficiari.

Una misura che, pur non concernendo i paesi dell'Unione europea, avrebbe toccato direttamente migliaia di svizzeri residenti all'estero, come pure degli stranieri che percepiscono prestazioni dell'AI, pur non abitando più in Svizzera.

swissinfo e agenzie

Fatti e cifre

Nel 2004, il 5,2% della popolazione attiva beneficiava di una rendita invalidità, contro il 3,2% del 1992.
L'esercizio 2005 ha registrato una perdita di 1,738 miliardi di franchi.
Se continua di questo passo, vale a dire con una perdita annua di circa 1,5 miliardi di franchi, l'AI potrebbe essere insolvente verso il 2011.

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In breve

L'Assicurazione invalidità (AI) è stata creata nel 1959. È obbligatoria per i residenti in Svizzera e per chi vi esercita un'attività lucrativa.

È finanziata attraverso un prelievo dell'1,4% sui salari e tramite contributi della Confederazione.

L'AI è nelle cifre rosse dall'inizio degli anni Novanta, in particolare a causa dell'aumento dei beneficiari.

Nel 2004, il popolo svizzero ha respinto la proposta di innalzare l'Imposta sul valore aggiunto dell'1% per risanare le casse dell'AI.

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