Il giudice Verda non è indagato in Italia nelle inchieste di contrabbando
Il presidente del tribunale penale del canton Ticino, Franco Verda, non è indagato per nessuna ipotesi di reato da parte della Direzione distrettuale antimafia di Bari. Lo ha detto mercoledì mattina il pubblico ministero inquirente Giuseppe Scelsi.
Scelsi ha fatto questa dichiarazione durante l'incontro con i giornalisti, convocati mercoledì per fornire chiarimenti sull'inchiesta barese relativa al contrabbando internazionale di sigarette tra il Montenegro e la Puglia.
Verda - arrestato venerdì scorso su ordine del procuratore pubblico straordinario Luciano Giudici, - è accusato in Svizzera di corruzione passiva, favoreggiamento e ripetuta violazione del segreto d'ufficio.
Sul fronte delle indagini da segnalare che anche la magistratura elvetica, dopo quella italiana, ha·emesso un ordine di custodia per il presunto boss del·contrabbando Gerardo Cuomo, arrestato lo scorso mese di maggio in una clinica di Zurigo su richiesta della magistratura di Bari nell'ambito·dell'inchiesta che ha portato anche all'arresto del giudice·Verda
A Gerardo Cuomo, viene contestato il reato di corruzione attiva,·che sarebbe da mettere in relazione al reato di corruzione·passiva contestato al giudice Verda, insieme con quelli di·violazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento. L'adozione·di un provvedimento, da parte della magistratura elvetica,·dovrebbe bloccare, per il momento, le procedure per l'estradizione·in Italia di Gerardo Cuomo.
Scarcerato, invece, Marco Cuomo, figlio di Gerardo Cuomo, che era finito in carcere venerdì scorso, lo stesso giorno dell'arresto del giudice Verda. La decisione di rimetterlo in libertà provvisoria è stata presa martedì dal procuratore speciale del Canton Ticino·Luciano Giudici, il magistrato che conduce l'inchiesta in Svizzera.
Al momento, restano quindi agli arresti il giudice Franco Verda (incarcerato in una cella dell'Ospedale Civico di Lugano), sua moglie Desirée Rinaldi e Gerardo Cuomo, che·nei giorni scorsi era stato trasferito a Lugano dall'ospedale di·Zurigo dove si trovava agli arresti ospedalieri.
Intanto in Italia tra gli 88 indagati vi sarebbero anche sei svizzeri, nell'inchiesta sul contrabbando di sigarette portato avanti dalla Procura di Bari e che coinvolge il Montenegro, la Puglia e la Svizzera. Tra di essi nessun magistrato, nè elvetico né italiano.
Gli svizzeri chiamati in causa dalla procura barese sono tutti residenti in Ticino. Su di loro grava il sospetto di operazioni finanziarie illecite e riciclaggio di denaro proveniente dal contrabbando di sigarette. Quattro di essi sono accusati di appartenenza ad associazione mafiosa. Uno dei sei è chiamato in causa anche dalla procura di Genova, per contrabbando di tabacchi; proprietario di un ufficio cambi a Lugano, avrebbe aperto conti destinati a coprire il traffico illegale.
swissinfo e agenzie

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