I radicali scelgono il modello ticinese di asilo nido per consentire alla donna di lavorare fuori casa
Il partito radicale svizzero vuole introdurre in Svizzera un sistema efficace di cura dei bambini a partire dall'età di tre anni. L'obiettivo è di permettere alle madri con bambini piccoli di lavorare fuori casa.
Le strutture scolastiche attuali non permettono alle donne di lavorare fuori casa, ha detto Marianne Kleiner, vice presidente dei radicali svizzeri e consigliera di stato appenzellese, in occasione di una giornata di studio del PRD (centro-destra) a Soletta. Tutta una generazione di donne con una buona formazione deve scegliere tra la vita famigliare o quella professionale.
L'economia, che attraversa una fase di crescita, deve potere disporre di tutta la forza lavoro disponibile. "Questo deve avvenire rapidamente", ha detto la Kleiner, altrimenti dovremo nuovamente ricorrere a un numero importante di lavoratori stranieri.
Secondo i radicali, il miglioramento delle strutture d'accoglienza per i bambini stimolerebbe le giovani coppie a fare più figli, permettendo così di ringiovanire la popolazione svizzera e risanare le assicurazioni sociali.
I 150 delegati presenti a Soletta hanno approvato una mozione-tipo che dovrà essere inoltrata in tutti i cantoni. Il testo chiede alle autorità cantonali di organizzare in ogni scuola una sorveglianza dei bambini a partire dall'età di tre anni durante la giornata.
Il progetto è ispirato dall'esempio ticinese. In Ticino, da 150 anni la Scuola dell'infanzia accoglie i bambini a partire dai tre anni dal lunedì al venerdì dalle 08.45 alle 15.45. Il pranzo di mezzogiorno è facoltativo e queste prestazioni costano circa 70 franchi al mese per bambino.
La mozione dei radicali lascia aperta la questione del finanziamento, che potrebbe essere garantito dai cantoni, dai comuni oppure organizzato su base privata.
swissinfo e agenzie

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