I crolli dal ghiacciaio Allalin in Vallese non imputabili all'effetto serra
La speciale situazione topografica e non il generale surriscaldamento del pianeta sono all'origine dei cedimenti al ghiacciaio dell'Allalin, in Alto Vallese. Lo sostiene Hermann Bösch, specialista del Politecnico di Zurigo.
Lo specialista del Poli di Zurigo ha poi precisato che l'allarme non è rientrato, ma si prevedono solo altri crolli di minore entità.
Tra domenica e lunedì in due diverse occasioni circa un milione di metri cubi di ghiaccio si sono staccati dall'Allalin, non lontano da Saas Almagell, ha spiegato Bösch a «Swiss Radio News», il servizio audio dell'agenzia di stampa svizzera Ats. Estesi sopralluoghi hanno permesso di correggere al rialzo la stima precedente, che indicava un volume di «soli» 500 000 metri cubi.
Gran parte della massa instabile è quindi già caduta. Nelle prossime settimane ci si attendono comunque altri crolli, seppur più contenuti. Uomini, animali ed edifici non corrono però pericoli, ha assicurato Bösch dopo una visita sul posto. Almeno uno dei sentieri sbarrati in via cautelare rimarrà bloccato.
L'Allalin è un sorvegliato speciale dal 1965. Il 30 agosto di quell'anno infatti un milione di metri cubi di ghiaccio rovinarono sui prefabbricati predisposti per alloggiare gli operai impegnati nella costruzione della diga del Mattmark. Il bilancio fu tragico: 88 morti, in maggioranza italiani.
swissinfo e agenzie

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