Henry Moser: il patriarca degli orologi
Un orologio è un piccolo lusso borghese, ma anche un tradizionale gioiello per aristocratici. La ricetta del successo di un orologiaio sciaffusano.
Capacità tecniche, fiuto mercantile e fantasia organizzativa servono a soddisfare i desideri di un mercato assetato.
Impara l'arte e sfruttala fino in fondo, sembra si sia detto l'orologiaio di Sciaffusa Heinrich Moser. Appena finito l'apprendistato, nel 1827, partì 22enne verso San Pietroburgo. Figlio dell'orologiaio comunale e formato alle scuole giurassiane, conosceva il suo mestiere.
Insieme alla produzione di stoffe, la Svizzera aveva sviluppato una fiorente industria di cronometri destinati ad un mercato internazionale. E con piglio sicuro lui portò la sua arte a San Pietroburgo.
Non era certo il solo. Nell'Ottocento, fra Mosca e San Pietroburgo, c'erano almeno altri tredici svizzeri e innumerevoli scandinavi e tedeschi che producevano orologi. Ma non tutti sono arrivati al successo. Un console svizzero affermava nel 1878: «Certo gli orologiai svizzeri impiegano dei compatrioti, soprattutto ginevrini, ma questi sono occupati a formare dei russi per rendere il paese indipendente dall'estero... Quale risultato avranno non si sa ancora... ma è sicuro che gli impiegati russi sono abili, ma poco affidabili».
Struttura a rete
Forse è questa la ragione che ha permesso a Moser di far fortuna. Egli non cercò di insegnare agli operai locali i segreti dell’arte. Dapprima aprì un bel negozio sulla Prospettiva Nevskij in cui vendeva orologi importati direttamente dalla Svizzera. Poi costruì un’officina di assemblaggio; i pezzi venivano ancora dalla Svizzera. E invece di aumentare la produzione in Russia fondò una filiale a Le Locle, presso Neuchâtel.
La ricetta si dimostrò vincente. Mentre i concorrenti combattevano con problemi strutturali, lui offriva meccanismi di qualità con casse di diversa fattura; dal modello lussuoso al più discreto. Una squadra di operai specializzati passava inoltre settimanalmente nelle banche e nelle case a caricare gli orologi a pendolo. Alla sua morte, nel 1874, era plurimilionario.
swissinfo, Daniele Papacella
In breve
Henry Moser è uno degli imprenditori più fortunati del XIX secolo. Non solo in Russia, ma anche in Svizzera. A lui si deve tra l'altro la nascita di buona parte dell'industria pesante nei cantoni della Svizzera nordorientale.
Malgrado fosse un innovatore delle tecniche e un abile organizzatore che sapeva gestire a suo favore le nuove forme aziendali, la sua visione politica era conservatrice.
Moser si oppose con veemenza alla rivoluzione liberale che toccò la Svizzera nel 1848. Dal suo feudo russo, saldamente in mano monarchica, rammentò più volte il pericolo di una società aperta: «Le monarchie che la circondano non tollereranno che la Svizzera diventi un focolaio di anarchia e comunismo».

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