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Giorni decisivi per il consigliere di Stato grigionese Aliesch

Il consigliere di Stato grigionese Peter Aliesch in un'immagine ripresa il 15 marzo 1998 Keystone

Giorni decisivi per il consigliere di Stato grigionese Peter Aliesch, accusato di corruzione passiva per aver favorito il rilascio di un permesso di soggiorno per un finanziere greco suo amico. Nei giorni della polemica Aliesch era in vacanza in Toscana con la moglie, da dove è rientrato nel fine settimana, preannunciando per martedì una conferenza stampa.

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 agosto 2001

Riflettori puntati sul direttore del Dipartimento di Giustizia e Polizia del Canton Grigioni Peter Aliesch. Il settimanale svizzero tedesco SonntagsZeitung apre la sua edizione domenicale con il seguente titolo a quattro colonne "Caso Aliesch: nuove controverse sulla cocaina" per rendere noto ai suoi lettori che la moglie del consigliere di Stato grigionese Lea Krausz è stata coinvolta in due casi di droga nella meta degli Anni Novanta.

Secondo quanto ricostruito dal settimanale svizzero tedesco, la moglie di Peter Aliesch, che di professione è gallerista, è stata definita "consumatrice di cocaina" in una sentenza emanata dalle autorità giudiziarie cantonali grigionesi "per aver acquistato in tre occasioni nell'autunno del 1995 ed all'inizio del 1996 a Coira tre grammi di cocaina pagandoli tra i 170 ed i 180 franchi al grammo".

Al di là di queste nuove imbarazzanti rivelazioni, il politico grigionese ha immediatamente contrattaccato alle accuse di corruzione passiva in relazione alla sua amicizia con il finanziere greco Panagiotis Papadakis, accusato dalla giustizia di Zurigo di truffa. Secondo la procura zurighese, che ha inoltrato una denuncia al Ministero pubblico di Coira, Aliesch avrebbe ricevuto regali da Papadakis e gli avrebbe facilitato la concessione di permessi di dimora e di lavoro.

Aliesch ha pubblicamente definito «calunnie» e «bugie» i sospetti di corruzione avanzati nei suoi confronti per i regali ricevuti dal faccendiere greco. In un'intervista rilasciata ai telegiornali della SRG SSR idée suisse, Aliesch ha respinto inoltre l'accusa di essere scappato in Toscana per non far fronte alle sue responsabilità.

La vacanza era pianificata da tempo e le critiche sono state mosse durante la sua assenza, ha spiegato il capo del Dipartimento di giustizia, polizia e sanità. Aliesch afferma di aver valutato l'opportunità di interrompere il soggiorno in Italia, ma di aver scartato questa possibilità perché un rientro sarebbe stato interpetato come un'ammissione di colpa.

Il politico radicale ha ribadito inoltre di non aver mai abusato della sua funzione per favorire la pratica del permesso di soggiorno di Papadakis e di sentirsi amareggiato dalle accuse. Aliesch ha poi promesso maggiori informazioni in una conferenza stampa prevista martedì.

swissinfo e agenzie

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