Ginevra accoglie gli anti-global e conta i danni
Le strade di Ginevra hanno accolto sabato pomeriggio la manifestazione contro la mondializzaizone e la politica neoliberale dell'OMC.
Erano almeno 5'000, di tutte le età ma in grande maggioranza giovani e giovanissimi. Nel raduno alla Place Neuve il cosiddetto popolo di Seattle si è incontrato e ha messo in mostra la propria creatività. Costumi, maschere, carrelli da supermercato carichi di sacchi della spazzatura, bande di tamburi, altoparlanti per strillare il credo anti-global. Negli striscioni si leggeva tra l'altro: "Multinazionali tossicodipendenti del profitto"; "Il mondo non è una merce"; "Potere ai cittadini, non ai mercati finanziari"; "Esistenza = resistenza".
Sulla scalinata del Grand-Théâtre i leader sindacali e rappresentanti delle organizzazioni promotrici si sono susseguiti al microfono. Hanno preso la parola Juan Tortosa, del comitato per l'annullamento del debito del Terzo mondo, Eric Decarro, presidente del Sindacato dei servizi pubblici, Fernand Cuche, segretario del sindacato degli agricoltori Uniterre, Paolo Gilardi del Gruppo per una Svizzera senza esercito e un rappresentante dei sans-papier.
Nel corso dei brevi comizi sono stati ricordati i temi della protesta. In particolare l'opposizione al rilancio dei negoziati dell'accordo generale sul commercio dei servizi, che mira la privatizzazione dei servizi pubblici. Altri obiettivi denunciati dai sindacati: quello di imporre la libertà di investire ovunque, senza sottoporsi a norme ambientali o sociali, e quello del dumping sociale e salariale.
"Ricordatevi i lavoratori cinesi ipersfruttati a Palexpo a Ginevra o i minatori sudafricani impegnati nel pozzo dell'Alptransit a Sedrun" ha detto Eric Decarro, aggiungendo poi: "rifiutiamo di affidare all'OMC e alla legge del commercio beni come l'istruzione, la salute, il sociale, la cultura, l'acqua o i trasporti".
Ancora incidenti
Dopo gli inviti a sfilare pacificamente e nella calma, il lungo serpente di manifestanti si è allungato per le vie di Ginevra. Davanti a un McDonald, nei pressi della stazione, c'è stato il primo confronto con la polizia, che bloccava la strada a tutti in tenuta antisommossa. Invano gli organizzatori e i leader sindacali in prima fila hanno tentato di evitare gli scontri.
Una banda di teppisti col volto coperto ha lanciato sassi verso la sede di una banca, i poliziotti hanno risposto sparando un candelotto lacrimogeno. Lo scoppio ha provocato un'onda di panico tra la folla. Più avanti sul lungolago sono state rotte le vetrine di una gioielleria che aveva in bella mostra orologi di lusso. Stessa sorte per le vetrine di un albergo.
Davanti ad un piccolo cantiere abbiamo assistito all'azione di un gruppo di casseurs. Notata la presenza di tubi da impalcatura, tre giovani se ne sono appropriati. Mentre si svolgeva la scena arriva sul posto il sindacalista Remy Pagani con altri del servizio d'organizzazione. Urlano: "Voi non siete manifestanti!". Si avventano contro i giovani e sorprendentemente riescono a strappare dalle loro mani le pericolose barre di ferro.
Il corteo si è poi disperso dopo essere giunto davanti alla sede dell'OMC, protetta da barriere di metallo e da un centinaio di poliziotti.
Flavio Fornari, Ginevra

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