Navigation

Ginevra, falliti i negoziati sulla Colombia

I due rappresentanti dell'ELN al negoziato di Ginevra: Antonio Garcia (sinistra) e Francisco Galan Keystone

Si sono conclusi martedì notte con un nulla di fatto i colloqui tra il governo di Bogotá e il movimento rivoluzionario dell'Eln. Unico risultato: la liberazione di un ostaggio sequestrato nel 99 dai guerriglieri.

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 luglio 2000 minuti

Dopo due giorni di intensi negoziati in un hotel di Ginevra, i rappresentanti del governo colombiano e quelli dell'Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), una delle tre fazioni che guidano la guerriglia colombiana, non sono riusciti a trovare un accordo su cui porre le basi per un processo di pacificazione di un paese dilaniato da 36 anni di guerra civile.

I circa 80 delegati presenti all'incontro organizzato dalla Svizzera e da altri quattro "paesi amici", Norvegia, Francia, Spagna e Cuba, nel ruolo di facilitatori, non hanno raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati:
- stabilire una agenda per il proseguimento dei negoziati,
- creare nel nord una sorta di "santuario" per i guerriglieri dell'Eln, ovvero una zona demilitarizzata come quella amministrata nel sud-est dalla Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), la principale guerriglia impegnata in un negoziato di pace parallelo con Bogotá,
- convincere l'Eln, rappresentato dal suo numero due, Antonio Garcia, a liberare i cinque ostaggi sequestrati da oltre un anno dopo un dirottamento di un aereo dell'Avianca (una compagnia di volo interna) nell'aprile del 99 e detenuti nella giungla.

Soltanto un ostaggio sarebbe stato liberato "pera ragioni umanitarie", secondo una notizia giunta al termine della riunione e confermata dal Comitato Internazionale della Croce Rossa. Si tratta di un ingegnere, Yesid Gomez, gravemente malato. Sua moglie, che insieme agli altri famigliari, era a Ginevra, gli ha potuto parlare per telefono già martedì notte.

Al fallimento di questi colloqui ha contributo in maniera determinante l'ondata di violenze scatenata dai paramilitari dell'estrema destra contro le basi dell'Eln nel nord della regione di San Lucas.

Come è stato ribadito nel documento finale in nove punti, battezzato "Dichiarazione di Ginevra" ,e firmato da Camilo Gómez, Alto commissario per la pace nominato dal presidente Andreas Pastrana, da Garcia per l'Eln e da Jaime Bernal Cuellar per la società civile, "il confronto armato di questi giorni ha creato notevoli difficoltà al dialogo tra Eln e governo".

Tuttavia "la decisione stessa di continuare a sedere allo stesso tavolo e di produrre un documento finale é già un elemento di soddisfazione - ha detto il segretario di stato svizzero Franz Von Däniken, che ha rappresentato la Confederazione elvetica. "Un punto molto importante, ha sottolineato Von Däniken, è stato comunque quello di ottenere dalle parti la promessa del pieno rispetto del diritto umanitario".

Da anni la Svizzera svolge un ruolo di primo piano insieme all'Istituto Universitario di Studi per lo Sviluppo (IUED) di Ginevra, (in particolare il direttore Jean-Pierre Gontard) per avvicinare le parti al dialogo e per cercare di trovare una soluzione negoziale al confronto armato che dal 1964 ha causato 120 mila morti, 2 milioni di deportati e 3000 persone rapite all'anno.

Maria Grazia Coggiola, Ginevra

Articoli menzionati

In conformità con gli standard di JTI

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Partecipa alla discussione!

Condividi questo articolo

Cambia la tua password

Desideri veramente cancellare il tuo profilo?