Giacometti fra la Val Bregaglia e Parigi
Oltre 160 opere dello scultore e pittore Alberto Giacometti saranno esposte a Coira fino al 17 settembre. Si tratta dell’ultima iniziativa del Museo d’arte dei Grigioni per ricordare l’artista più significativo del Cantone.
L’esposizione, intitolata «Alberto Giacometti, Stampa-Paris», offre al pubblico un vasto spaccato di tutta la produzione artistica di Giacometti: dipinti, disegni, sculture, stampe, acquerelli, persino fotografie dell’artista all’opera, lungo un arco di tempo che va dai primissimi anni della sua attività fino alle opere mature degli anni Cinquanta e Sessanta.
«La particolarità della manifestazione – spiega il direttore del Museo d’arte Beat Stutzer – sta nel fatto che è stato messo sotto la lente il contrasto tra i soggiorni di Giacometti nella sua terra natale, la Val Bregaglia (dove si trova appunto il paesino di Stampa) e quelli nella caotica metropoli parigina, in cui l’artista visse e operò per moltissimi anni, a stretto contatto con il mondo dei letterati e degli artisti attorno a Montparnasse».
Parigi fu infatti per Giacometti la patria d’elezione per una quarantina d’anni, a partire da quando, nel gennaio 1922, vi arrivò per la prima volta all’età di 21 anni. Inizialmente si legò alla cerchia dei surrealisti francesi che facevano capo ad André Breton, mentre in seguito il suo interesse si rivolse sempre più alla figura umana. Anche dopo il trasferimento a Parigi, comunque, rimase molto legato alla sua terra natale, dove fece più volte ritorno per brevi visite o lunghi soggiorni, che contribuirono allo sviluppo della sua personalità artistica.
Quest'ambivalenza "territoriale" è ben presente nelle opere esposte a Coira, provenienti da tutta la Svizzera: se infatti lo stile pittorico e scultoreo ha una sua cifra inconfondibile, sotto gli occhi dei visitatori sfilano soggetti di volta in volta diversi: da una parte l’adorata madre Annetta e i tranquilli paesaggi montani, dall'altra modelle occasionali e l’irrequieto profilo della capitale francese, documentato anche da interessanti fotografie di Henri Cartier-Bresson.
La mostra, dopo l’inaugurazione del 24 giugno, resterà aperta fino al 17 settembre (tutti i giorni, tranne il lunedì). Visite guidate sono previste ogni giovedì alle 19.00. Disponibile anche un catalogo con testi di Beat Stutzer e Donat Rütimann, biografia, bibliografia, circa 35 foto a colori e 120 in bianco e nero (252 pagine).
Alessandra Zumthor

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