Navigation

Edilizia: raggiunto un accordo

Dopo mesi di discussioni e di conflitti, i lavoratori edili hanno ottenuto il pensionamento a 60 anni Keystone

Dopo lo storico sciopero del 4 novembre scorso, sindacati e padronato hanno raggiunto un accordo.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 novembre 2002 minuti

Il pensionamento anticipato a 60 anni nell'edilizia diverrà realtà dall'estate 2003.

Dopo numerosi round di trattative, azioni di protesta e scioperi, i sindacati SEI e Syna e la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) hanno raggiunto martedì un'intesa sul prepensionamento flessibile a partire da 60 anni.

Le parti sociali hanno sottoscritto il contratto collettivo sul pensionamento anticipato, è stato indicato in una conferenza stampa congiunta tenuta a Zurigo.

Punti cardine dell'accordo del 25 marzo

Sono stati mantenuti i punti cardine decisi il 25 marzo, indica il Syna in una nota. Tuttavia il pensionamento anticipato entrerà in vigore con sei mesi di ritardo, nel luglio 2003, rileva il Sindacato edilizia e industria (SEI).

Per la SSIC, è stata trovata una soluzione economicamente accettabile che può essere garantita a lunga scadenza. Il finanziamento del pensionamento anticipato sarà assicurato nella misura del 4 per cento dai datori di lavoro e per l'1 per cento dai dipendenti.

Tale ripartizione dei contributi sarà mantenuta fino al 2011. Secondo una nota della SSIC, per una durata limitata a tre semestri, le imprese effettueranno versamenti supplementari «per garantire il decollo finanziario» del progetto.

Eventuali ritocchi nel 2006

La SSIC osserva che nel 2005 le parti esamineranno se gli standard concordati per le prestazioni potranno essere mantenuti per i sei anni successivi. In caso contrario le prestazioni saranno ritoccate verso il basso dal 2006, secondo gli impresari costruttori.

Per fugare i timori padronali, i sindacati si sono detti disposti ad accettare la fissazione del limite del 2011 per la ripartizione dei contributi, scrive il SEI.

Secondo il sindacato, tale concessione non dovrebbe causare costi ai lavoratori, dato che «tutti gli studi a disposizione indicano che il finanziamento del pensionamento anticipato a 60 anni nell'edilizia è assicurato ben oltre tale data».

Fondo di pensionamento dal 2003

La rendita ponte fino all'età AVS ammonterà in media al 70 per cento del salario lordo medio dell'ultimo anno lavorativo. A tale ammontare si aggiungono una somma forfettaria di 6000 franchi e il versamento dei contribuiti all'AVS e alle casse pensioni per il periodo di transizione. Tali fattori calcolati assieme corrispondono a circa l'80 per cento dell'ultimo salario lordo.

Il fondo di pensionamento sarà costituito e alimentato a partire dal primo luglio 2003. Se, come richiesto da parte padronale, per la stessa data sarà dichiarata l'obbligatorietà generale dell'intesa, dal primo luglio i lavoratori 63enni e 64enni potranno chiedere il prepensionamento.

L'età sarà ridotta a tappe e dal primo gennaio 2006 sarà portata a 60 anni. L'obbligatorietà generale, decretata dal Consiglio federale, costingerà a rispettare l'intesa anche le ditte che non fanno parte della SSIC

Vittoria del partenariato sociale

«Con il raggiungimento dell'accordo hanno vinto le ragioni dei lavoratori edili», osserva Max Haas, presidente del Syna, citato nella nota, aggiungendo che l'intesa «ha sancito anche la vittoria del partenariato sociale in generale, poiché tra il 4 e il 12 novembre ha recuperato valore e significato la lealtà contrattuale».

Dopo lo sciopero nazionale indetto il 4 novembre, il maggiore degli ultimi 55 anni in Svizzera, le parti erano ritornate al tavolo negoziale giovedì scorso.

Sindacati e imprenditori in una riunione durata fino a notte inoltrata erano riusciti ad avvicinare le loro posizioni, rinviando a martedì le discussioni sugli ultime divergenze.

Gli effetti dello sciopero

Lo sciopero era stato indetto dai sindacati per ottenere il rispetto e la firma definitiva dell'accordo sottoscritto dai partner sociali il 25 marzo dopo nove mesi di aspre trattative.

Esso prevedeva di ridurre progressivamente l'età di pensionamento, rendendolo possibile a partire da 60 anni. In base all'intesa, già dal 1° gennaio 2003 i lavoratori 63enni e 64enni avrebbero avuto la possibilità di beneficiare di una rendita ponte sino all'età dell'AVS.

Tuttavia la SSIC nel frattempo era tornata sui suoi passi, presentando un nuovo modello che avrebbe dovuto entrare in vigore con sei mesi di ritardo, affermando che quello concordato in marzo non era finanziabile.

Il nuovo modello prevedeva una rendita dal 60 per cento al 70 per cento dell'ultimo salario lordo, oltre alla somma forfettaria di 6mila franchi, nonché contributi AVS e per il secondo pilastro.

Quale compensazione per i sacrifici consentiti dai lavoratori, la SSIC offriva, oltre al rincaro, un aumento dei salari reali a partire dal 1° gennaio 2003.

swissinfo e agenzie

Articoli menzionati

In conformità con gli standard di JTI

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Partecipa alla discussione!

Condividi questo articolo

Cambia la tua password

Desideri veramente cancellare il tuo profilo?