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Scudo fiscale: la Svizzera protesta

La Svizzera ha manifestato il proprio «sconcerto» all'ambasciatore italiano a Berna, convocato mercoledì pomeriggio, per il blitz delle Fiamme gialle in 76 sedi di filiali italiane di banche elvetiche.

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 ottobre 2009 - 19:15

L'operazione messa in atto martedì dal fisco italiano non è che l'apice di una lunga serie di misure che nelle ultime settimane hanno infastidito non poco le autorità ticinesi e federali. Stamani, dopo aver parlato di un «atto discriminatorio» nei confronti della Svizzera, il governo ha convocato l'ambasciatore italiano a Berna, Giuseppe Deodato, per far luce sulla strategia scelta dall'Italia nei confronti della Confederazione dopo l'entrata in vigore del terzo scudo fiscale.

Il Dipartimento federale degli affari esteri ha fatto presente che «in ambito fiscale, la Svizzera coopera con la comunità internazionale, gli Stati membri dell'Unione Europea e in particolare con l'Italia », si legge in un comunicato.

Malcontento è stato espresso anche dai presidenti dei partiti di governo che invitano l'ambasciatore italiano a far chiarezza sull'accaduto. Secondo il democristiano Christophe Darbellay, il Consiglio federale dopo aver reagito in modo «troppo blando» martedì, oggi ha fatto un passo nella giusta direzione. Più critica invece l'Unione democratica di centro (UDC) che giudica «tardiva e minimalista» la scelta del governo, anche perché l'attitudine italiana diventa sempre più «grottesca» e «oltraggiosa». Dal canto loro, liberali-radicali e socialisti – pur criticando gli attacchi diretti alla Svizzera – invitano alla prudenza e alla lungimiranza, diffidando dall'ipotesi di ritorsioni affrettate.

In serata, il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz ha poi spiegato alla televisione svizzero-tedesca che il governo non prevede sanzioni nei confronti dell'Italia, ma non resterà inerte e prenderà le misure adeguate per difendere la piazza finanziaria ticinese.

swissinfo.ch e agenzie

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