Lunedì nero per i mercati finanziari
Il piano di salvataggio del settore finanziario, varato la settimana scorsa dal governo americano, non è bastato a ridare fiducia agli investitori: lunedì le principali borse mondiali hanno registrato il peggior crollo dall'11 settembre 2001. L'indice svizzero SMI ha perso oltre il 6% in poche ore.
Per i mercati finanziari mondiali la settimana è iniziata nel peggiore dei modi. Dopo il meno 4,25% registrato in mattinata dalla borsa di Tokio, anche le principali piazze finanziarie europee hanno subito pesanti perdite in giornata: -9,04 a Parigi per il CAC 40, -8,48% a Milano per il MIB 30, - 7,07% a Londra per il FTSE 100 e –7,07% a Francoforte per il DAX.
Anche lo SMI, l'indice svizzero dei titoli guida, ha subito un nuovo tonfo, chiudendo con una contrazione del 6,12% a quota 6458,72. Già in forte ribasso durante la giornata, il listino si è appesantito nelle ultime ore in seguito alle perdite che si delineavano a Wall Street, fino a superare la soglia del -7%. Poco prima delle 17.00 ha toccato quota 6375,71. L'indice complessivo SPI ha lasciato sul terreno il 5,84% a 5369,22 punti.
In perdita di velocità ancora una volta i titoli finanziari. L'UBS ha ceduto il 12,84% (a 20,90 franchi), il Credit Suisse l'8,71% (a 52,40 franchi). Ribassi ancor più pesanti per la Julius Bär (-15,27%) che ha chiuso a 44,40 franchi dopo aver toccato 39,64 franchi. Secondo gli operatori, oltre alle pressioni generalizzate sul settore, la banca privata soffrirebbe a causa della sua filiale GAM specializzata negli hedge fund.
Tra gli assicurativi, il titolo maggiormente toccato dalla tendenza negativa è stato Swiss Re (-13,36% a 53,20 franchi), seguito dalla Bâloise (-8,26% a 70 franchi). Swiss Life è in flessione del 5,27% (a 156,30 franchi), Zurich Financial del 5,05% (a 282 franchi).
È arretrata decisamente anche l'ABB (-9,93% a 18,68 franchi). Lo stesso vale per Swatch Group (-8,95% a 175 franchi) e Richemont (- 7,40% a 45,32 franchi). Fra i pesi massimi difensivi, la Nestlé ha ceduto il 4,63% (a 45,30 franchi), la Roche il 5,08% (a 171,90 franchi). Più contenuta la flessione di Novartis (-2,53% a 59,60 franchi).
Temendo che il piano di salvataggio predisposto negli Stati Uniti non sia sufficiente a preservare l'economia dalla recessione, i mercati si sono ritrovati nuovamente sotto pressione. L'ondata di pessimismo si è allargata in seguito alle crescenti difficoltà riscontrate dalle banche europee. Inoltre, il fatto che diversi Stati dell'Unione europea intendono fornire garanzie sui conti dei risparmiatori mostra che la situazione è seria, stando ai broker.

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