Libera circolazione: svizzeri discriminati
Nonostante gli accordi bilaterali, i liberi professionisti svizzeri che vogliono lanciarsi sul mercato dell'Unione europea incontrano molti ostacoli.
Lo rivela uno studio dell'Unione svizzera delle libere professioni (USLP), nel quale vengono illustrati alcuni esempi di discriminazione di cui sarebbero oggetto i professionisti elvetici desiderosi di esercitare all'estero.
In una nota, l'USLP afferma che si tratta di una constatazione poco piacevole, tanto più che i professionisti stranieri hanno poche difficoltà a lavorare nella Confederazione.
Jacques de Haller, presidente della Federazione dei medici svizzeri (FMH), spiega ad esempio che «la Svizzera riconosce senza problemi gli specialisti esteri, ma se uno svizzero vuole fare riconoscere, per esempio in Francia, una formazione post-universitaria acquisita in Svizzera, vedrà respinta la propria domanda».
In Germania ci sono disagi per gli svizzeri attivi nella gestione patrimoniale. Gli ingegneri che vogliono lanciarsi in Europa con le loro piccole o medie imprese, si scontrano con ostacoli amministrativi. Le cose vanno un po' meglio per gli avvocati, per i quali è però difficile districarsi nelle giungla di leggi e regolamenti che vigono nei paesi membri dell'UE.
La ricerca presentata lunedì dalla USLP è stata condotta assieme con l'Istituto di diritto comparato dell'università di Losanna. L'associazione dei liberi professionisti rappresenta gli interessi di 15 associazioni, per un totale di circa 85 mila affiliati.

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