L'UBS presa tra due fuochi
Il governo svizzero ha ribadito mercoledì che l'UBS non può consegnare i dati di 52'000 suoi clienti americani alle autorità fiscali statunitensi.
Se sarà necessario, il Consiglio federale emanerà una decisione specifica che vieti esplicitamente alla banca di trasmettere le informazioni, si legge nella lettera presentata martedì dalle autorità elvetiche al tribunale di Miami, competente nella vertenza che oppone l'UBS al fisco americano.
Il governo svizzero ha reagito così alla presa di posizione delle autorità americane del 30 giugno scorso, secondo cui l'UBS non incorrerebbe in procedure penali nel caso in cui comunicasse informazioni sui suoi clienti. Con questo documento, la Svizzera "chiarisce inequivocabilmente che il diritto elvetico proibisce all'UBS di dare seguito a un'eventuale decisione di consegna dei dati da parte del tribunale di Miami", scrive martedì il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).
Il DFGP precisa inoltre che il governo prenderà "tutti i provvedimenti necessari per impedire all'UBS di consegnare i dati di 52'000 titolari di conti richiesti nell'ambito del procedimento civile statunitense".
Le autorità fiscali americane hanno sporto denuncia contro la banca lo scorso mese di febbraio. Nel gergo giuridico statunitense, questo tipo di denuncia è chiamato "John Doe Summons" (John Doe è come dire Pinco Pallino): la banca è accusata al posto di chi ha frodato il fisco, poiché l'identità di queste persone non è conosciuta. Martedì il giudice Alan Gold, incaricato della procedura, ha respinto l'ultima richiesta dell'UBS, ossia che le autorità fiscali statunitensi rendano noto il numero dei clienti americani sospettati di evasione già identificati.
swissinfo.ch e agenzie

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