Il commercio estero toccato dalla crisi
Il ripiegamento dell'economia mondiale comincia a influire negativamente anche sul commercio estero svizzero. In ottobre le esportazioni sono calate del 2,8%, mentre le importazioni hanno subito una flessione del 5,5%.
Il mese scorso, la bilancia commerciale ha chiuso di nuovo con una chiara eccedenza, pari a 1,838 miliardi di franchi, ha indicato giovedì l'Amministrazione federale delle dogane (AFD). Dopo oltre due anni di crescita regolare, il commercio estero ha tuttavia innestato la retromarcia. La tendenza negativa osservata nel mese di settembre si è rafforzata "in modo sorprendente" anche in ottobre, sottolinea l'AFD in una nota.
Nel dettaglio, le esportazioni sono diminuite del 2,8% in termini nominali e dell'8,1% in termini reali, a 18,225 miliardi di franchi. L'export verso i paesi industrializzati, il principale mercato per i beni e i servizi svizzeri, ha fatto segnare un importante calo del 4,2%. In particolare, le vendite verso l'Unione europea sono diminuite del 6,4%. La commercializzazione dei prodotti svizzeri è progredita invece del 9% negli Stati Uniti.
Fra i vari settori, l'industria tessile è quella che ha fatto segnare il maggior calo (-14,7% rispetto a ottobre 2007). Non se la passa meglio la metallurgia, dove tutti i sotto-gruppi fanno segnare delle contrazioni. Il settore delle materie plastiche, della carta, delle arti grafiche, delle macchine e dell'elettronica è in calo di circa il 5%. Hanno registrato invece leggeri incrementi delle esportazioni l'orologeria (+0,1%) e la chimica (+0,7%).
Per quel che concerne le importazioni, la contrazione rispetto allo stesso mese del 2007 ha raggiunto il 5,5% in termini nominali e il 4,8% in termini reali (a 16,387 miliardi di franchi). Tutti i settori hanno sono in rosso, ad eccezione dei prodotti energetici (+35,3%). Molto colpite le materie prime e i prodotti semilavorati che hanno registrato un netto calo (-16,7%).

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