Freno all'immigrazione: lo spettro Brexit apre uno spiraglio per la Svizzera?
Da due anni la Svizzera cerca un accordo con l'Unione europea per l’applicazione del nuovo articolo costituzionale 121a, che prevede l’introduzione di contingenti e tetti massimi all’immigrazione. In che modo le richieste della Gran Bretagna sulla libera circolazione cambiano il quadro?
9 febbraio 2014: popolo e cantoni approvano a stretta maggioranza l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). La Svizzera ha tempo tre anni per limitare l’immigrazione e reintrodurre un sistema di preferenza nazionale. Ma come fare? Contingenti e tetti massimi sono contrari alla libera circolazione delle persone, un principio sul quale Bruxelles non sembra disposta a negoziare.
Nelle vertenza tra la Svizzera e l’UE si è ora introdotto un nuovo elemento: la Gran Bretagna. In che modo le richieste di David Cameron sulla libera circolazione, e il rischio di un Brexit, possono influire sulla situazione elvetica? La Radiotelevisione svizzera (RSI) ne ha discusso col professor Dieter Freiburghaus, esperto in questioni europee.
Una soluzione tutta ticinese?
Ora tutti gli occhi sono puntati sul governo elvetico: nel mese di marzo dovrà infatti presentare una proposta di legge d’applicazione, sulla base dei risultati della procedura di consultazione.
Il canton Ticino, dove l’iniziativa UDC è stata accettata dal 68% dei votanti, ha però deciso di presentare un suo progetto di clausola di salvaguardia, che dovrebbe tener conto di parametri quali le differenze salariali, la disoccupazione e il costo della vita.

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