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Dossier chiuso per Baselworld 2003

Personale degli espositori asiatici escluso nel 2003 dalla fiera degl orologi tenuta a Basilea e a Zurigo Keystone Archive

Fiera Svizzera ha rinunciato a chiedere un indennizzo all'Ufficio federale della sanità, che aveva vietato nel 2003 la presenza di espositori asiatici a Baselworld.

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 novembre 2005 - 17:54

La società, che organizza anche la Fiera di Basilea, ha ritirato una richiesta di risarcimento per 50 milioni di franchi inoltrata al Tribunale federale.

Preoccupate per la diffusione della polmonite denominata Sars (severe acute respiratory syndrome), nel 2003 le autorità sanitarie svizzere avevano decretato un divieto di lavoro a Baselworld per il personale proveniente dall'Asia.

La polmonite "atipica" si era infatti propagata in alcuni paesi dell'Estremo oriente, tra cui Cina, Hong Kong, Singapore e Vietnam.

In seguito alla decisione, i 400 espositori asiatici iscritti a Baselworld, che intendevano impiegare 3 mila collaboratori, si erano visti costretti a disdire la loro partecipazione.

Decisione considerata sproporzionata

Gli espositori asiatici, sempre molto presenti alla fiera specializzata nel settore degli orologi, avevano duramente criticato la decisione dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), considerata sproporzionata e ingiustificata.

Il divieto colpiva infatti soltanto il personale e non i visitatori provenienti dall'Asia, che avevano potuto circolare ovunque a Basilea e a Zurigo, le due città dove si era svolta la fiera due anni orsono.

Nessuna misura analoga era stata inoltre adottata in altri paesi europei durante lo stesso periodo del 2003.

Ricorso al Tribunale federale

La società Fiera Svizzera non si era limitata alle critiche nei confronti di questa decisione.

Affermando di aver perso inutilmente ingenti introiti finanziari, l'organizzatrice di Baselworld aveva inoltrato una richiesta di risarcimenti al Dipartimento federale dell'interno, a cui fa capo l'UFSP.

Alla fine dell'anno scorso, il Dipartimento aveva però dato ragione al suo ufficio, respingendo il reclamo.

Fiera Svizzera si era allora rivolta al Tribunale federale, esigendo dalla Confederazione un indennizzo per i danni subiti, pari a 50 milioni di franchi.

La società organizzatrice di Baselworld faceva tra l'altro valere il fatto che la decisione delle autorità sanitarie aveva portato alla chiusura definitiva dei padiglioni di Zurigo e aveva messo in pericolo l'esistenza stessa della fiera.

Richiesta respinta

Il 21 ottobre scorso, i giudici di Losanna hanno però respinto a loro volta le rivendicazioni degli organizzatori della fiera.

Nella sua sentenza, il Tribunale federale ha inoltre costretto Fiera Svizzera ad assumersi il versamento di 8000 franchi per coprire le spese di procedura giudiziaria.

I responsabili della più importante società svizzera nel settore delle fiere commerciali hanno comunicato giovedì che il ritiro della loro richiesta rappresenta la logica conseguenza della decisione adottata dalla corte suprema svizzera.

swissinfo e agenzie

Fatti e cifre

Baselworld rappresenta la più importante fiera svizzera nel settore degli orologi e dei gioielli.
Vi partecipano ogni anno circa 2'200 espositori e 85'000 visitatori.
La mostra ha luogo ogni anno in primavera. La prossima edizione è in programma dal 30 marzo al 6 aprile 2006.

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