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Dito puntato contro le «Flûtes de Champagne»

Le "Flûtes de Champagne" sono di nuovo al centro di una polemica franco-svizzera (Cornu SA) Boulangerie Cornu

L'uso della denominazione «Ricetta di Champagne» per i filoncini di pasta sfoglia e altri prodotti da panificio è di nuovo all'origine di una polemica franco-svizzera.

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 luglio 2005 - 16:10

Il Comitato interprofessionale del vino di Champagne (Francia) ha accusato una panetteria vodese di utilizzare in modo improprio il noto marchio.

Dopo il vino tocca ora alle «Flûtes de Champagne» - biscotti a base di pasta sfoglia - trovarsi nel mezzo di una bufera giudiziaria franco-svizzera.

I difensori del prestigioso spumante francese accusano la panetteria Cornu SA, con sede nel villaggio vodese di Champagne, di utilizzare illegalmente la denominazione «Ricetta di Champagne» sulle proprie confezioni, vendute sia in Svizzera che in Francia.

La "sfortuna" di abitare a Champagne

«Questo ha l'effetto di snaturare la nota marca transalpina protetta in tutta Europa», ha spiegato all'Agenzia telegrafica svizzera Michel Gutknecht del Centro d'informazione svizzero dei vini di Champagne, confermando una notizia pubblicata mercoledì dal quotidiano romando «24 Heures».

«Ci rimproverano di abitare in un villaggio che si chiama Champagne e di utilizzare il suo nome», si è lamentato dal canto suo Marc-André Cornu, azionista di maggioranza della panetteria incriminata.

Cornu, che dovrà comparire di fronte ad un tribunale parigino, ha ricordato che è dal 1934 che l'azienda elvetica usa tale dicitura.

Nessuna confusione possibile

Secondo Cornu, non ci sarebbe alcun rischio di confusione tra il prodotto a base di pasta sfoglia vodese e il noto champagne francese. «Non vedo proprio come ci possono accusare di ingannare il consumatore», ha indicato il panettiere elvetico, che si dice comunque fiducioso per l'esito della vicenda.

Per il Comitato interprofessionale del vino di Champagne si tratta tuttavia di una questione tutta francese: «Le flûtes commercializzate in Francia sono prodotte in un panificio di Besançon (ndr: capoluogo del dipartimento di Doubs) e quindi non meritano la denominazione Champagne», ha spiegato Gutknecht.

Un argomento che agli occhi di Marc-André Cornu appare come un semplice pretesto. «Siamo già stati accusati per la stessa ragione una quindicina di anni fa, periodo in cui la nostra produzione era totalmente concentrata in Svizzera».

Niente Champagne dal canton Vaud

All'epoca dei fatti (1991), la panetteria vodese, allora sostenuta anche dal Dipartimento federale di giustizia e polizia, l'aveva però spuntata.

«Ora invece affrontiamo questa disputa da soli», si è rammaricato Cornu.

La Confederazione non s'immischierà infatti più nel caso: uno degli accordi bilaterali ratificati da Svizzera e Unione europea (e in vigore dal 1. giugno 2004) contiene in effetti una clausola che vieta l'uso della denominazione «vino di Champagne» per i vini prodotti nel canton Vaud.

Una clausola contro la quale i viticoltori svizzeri avevano presentato un ricorso già nel 2002. La questione non è al momento ancora stata risolta, in attesa di una decisione da parte della corte di giustizia europea in Lussemburgo.

swissinfo e agenzie

In breve

Le "Flûtes de Champagne" sono commercializzate con l'indicazione di provenienza dal 1934.

Per il Comitato interprofessionale del vino di Champagne (Francia), il problema deriva dall'esistenza, sul territorio francese di Besançon, di una filiale della panetteria elvetica, la quale utilizzerebbe abusivamente il marchio "Champagne".

Dopo la ratifica degli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione europea, una clausola del trattato vieta l'uso della denominazione "vino di Champagne" per i vini prodotti nel canton Vaud dal 1. giugno 2004.

I viticoltori elvetici hanno presentato un ricorso contro questa clausola nel 2002, ma per il momento nessuna decisione in merito è stata presa.

Per il momento, il vino elvetico di Champagne è così venduto con l'etichetta «Libre-Champ».

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Fatti e cifre

La panetteria Cornu SA nel canton Vaud registra ogni anno un fatturato di 20 milioni di franchi (10 milioni in Svizzera e 10 milioni in Francia).
A titolo di paragone, la Francia produce 280 milioni di bottiglie di vino Champagne, per una cifra d'affari che ammonta a numerosi miliardi di franchi.

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