Imprese responsabili, ma non troppo
Le società con sede in Svizzera devono rispettare anche all'estero i diritti umani riconosciuti, ma i gestori e i dirigenti delle società madri non saranno ritenuti responsabili per comportamenti scorretti di aziende controllate.
Il Consiglio nazionale (camera bassa del Parlamento svizzero) ha approvato giovedì con 121 voti contro 73 e 2 astenuti il controprogetto indirettoLink esterno all'iniziativa popolare "Per imprese responsabiliLink esterno".
Il testo accolto accorcia dunque la catena di responsabilità. Prevede però che il Consiglio d'amministrazione di una società anonima identifichi i rischi che l'attività dell'azienda rappresenta per i diritti umani e l'ambiente, e se del caso proponga soluzioni.
Ben meno severo dell'iniziativa
Le imprese sarebbero responsabili solo per i danni alla vita, per l'integrità personale o la violazione del diritto di proprietà. Lo sarebbero per i danni provocati dalle loro filiali, ma non dai loro fornitori.
Un dovere di diligenza valido solo per le ditte che superano due dei tre valori seguenti: bilancio di 40 milioni di franchi, giro d'affari di 80 milioni, un effettivo di 500 impieghi.
Questo controprogetto indiretto, così come le quote femminiliLink esterno nei cda e nelle direzioni d'azienda, fa parte della revisione del diritto della società anonimaLink esterno, che giovedì ha occupato il Nazionale per 9 ore ma non è ancora compiuto.
La camera bassaLink esterno, venerdì, dovrà esprimersi in particolare sui diritti e gli obblighi degli azionisti, e sulle deliberazioni dell'assemblea generale.
Tutte le misure approvate devono ancora essere avallate dal Consiglio degli Stati, la camera alta del parlamento elvetico.
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