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Denuncia degli zingari contro l'IBM per complicità con i nazisti

Mezzo milione di zingari sono stati eliminati dal regime nazista tra il 1933 e il 1945 Keystone Archive

Dodici miliardi di dollari: è quanto chiedono gli zingari alla società americana IBM per complicità nei crimini contro il loro popolo perpetrati dai nazisti dal 1933 al 1945. Una denuncia per complicità in crimini contro l'umanità verrà inoltrata in autunno alla procura di Ginevra, cantone dove la società statunitense possedeva all'epoca dei fatti una propria sede.

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 giugno 2001 - 10:48

Durante una conferenza stampa tenuta mercoledì a Ginevra, il legale degli zingari, Henri-Philippe Sambuc, ha citato la ricerca svolta da un americano, apparsa in febbraio, sulla vendita da parte di IBM ai nazisti di macchine calcolatrici con le quali si sarebbero «contate» le persone imprigionate nei campi di concentramento e sterminio accelerando così il lavoro di «eliminazione».

Secondo Henri-Philippe Sambuc, il diritto svizzero è applicabile a questo caso poiché la gestione dei programmi IBM in collaborazione con i nazisti avveniva da Ginevra. Inoltre, i crimini contro l'umanità sono imprescrittibili. Il diritto locale prevede poi risarcimenti per i discendenti delle vittime.

La somma richiesta, ha precisato Sambuc, equivale a un indennizzo di 10 mila dollari per ogni orfano i cui genitori sono morti a causa delle persecuzioni subite: dal 1933 al 1945 almeno 600 mila zingari sono stati uccisi, lasciando dietro di sé 1,2 milioni di discendenti.

Il pastore May Bittel, presidente del Gruppo d'azione per il riconoscimento internazionale e il risarcimento degli zingari, ha sostenuto che il loro genocidio è paragonabile a quello degli ebrei. Tuttavia, ha specificato il loro legale, «gli zingari sono considerati vittime di seconda o terza categoria». La cifra riservata loro dall'accordo globale tra banche svizzere e organizzazioni ebraiche - ha detto Sambuc - «è assai modesta».

L'avvocato ha avvertito l'azienda americana a metà aprile ma non ha ancora ricevuto una risposta. Poiché la raccolta delle denuncie richiederà tempo, Sambuc ha affermato che aspetterà di averne raccolte almeno 10 mila prima di inoltrare la richiesta di indennizzo. Spera di poterlo fare in autunno.

swissinfo e agenzie

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