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Per Van Gogh Basilea si aspetta un milione di occhi

L'incontro tra Van Gogh e il pubblico sarà possibile fino a settembre Reuters

La grande esposizione "Van Gogh - Tra terra e cielo", ha aperto i battenti domenica a Basilea. Consacrata esclusivamente ai paesaggi, propone al pubblico settanta quadri dipinti tra il 1882 e il 1890. Un bel percorso.

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 aprile 2009 minuti

L'esposizione Van Gogh "è unica al mondo". È perlomeno la promessa di prospetti, pubblicità, T-shirt e altri oggetti che circolano nella città sulle rive del Reno in concomitanza con la mostra, aperta al pubblico domenica.

L'effige di Van Gogh ha letteralmente invaso Basilea. Dai biscotti "Van Gogh", all'etichetta della birra Ueli, dalle scatole di Läckerli che prendono in prestito l'iris, ai manifesti giganti all'aeroporto. Insomma Van Gogh è ovunque.

"È forse un mistero, comunque mai prima d'ora – spiega ai rappresentanti dei media Bernhard Mendes Bürgi, direttore del Kunstmuseum – i paesaggi di Van Gogh erano stati esposti in un'unica mostra monotematica". Un mistero che resta tale, visto che non ha fornito spiegazioni per motivare tale lacuna.

Il direttore non manca di sottolineare, con una certa insistenza, il numero dei quadri esposti: con settanta tele viene presentato un insieme spettacolare. Le ambizioni della mostra sono peraltro manifestamente dichiarate, e cioè quella di proporre "una panorama completo sul mondo di Van Gogh". L'asticella, insomma, è stata messa molto in alto.

Iris e girasoli sono altrove

I visitatori, che sperano di vedere sfilare davanti ai loro occhi quadri famosi e celeberrimi, rischiano di essere delusi. Ci sono più iris e girasoli sugli oggetti venduti nel negozio del museo – installato per l'occasione al primo piano – che sulle tele esposte.

"Abbiamo voluto mettere l'accento – precisa Bernhard Mendes Bürgi – sulle nuove conoscenze scientifiche in merito all'opera di Van Gogh. Impostato secondo criteri cronologici, il percorso espositivo mostra l'attaccamento di Van Gogh ai cicli della natura, alla fine e alla rinascita delle cose, come diceva spesso l'artista che voleva diventare prete".

Il Kunstmuseum fa inoltre notare che il pittore aveva pensato a numerose sue tele come a un insieme. È il caso, per esempio, del trittico composto dalle opere "Bordi del fiume in primavera", uno dei rari paesaggi del periodo parigino (1886-1888), "La pesca in primavera" e "Donna in un giardino".

Arles e il succedersi delle stagioni

I tre quadri sono conservati in tre luoghi diversi (Dallas, Chicago e presso un collezionista privato). La loro riunione sotto un unico tetto, è uno dei successi dell'esposizione. Una disposizione più ravvicinata delle tele sulla parete – il catalogo ci riesce con una doppia pagina – avrebbe permesso una migliore lettura della sequenza.

Il periodo che Vincent Van Gogh trascorre ad Arles (1888-1890) nel sud della Francia, esprime la sua volontà di seguire le stagioni. In un'unica sala del museo vengono ospitati non meno di sei campi di grano, che mostrano le sperimentazioni del pittori nella stesura del colore sulla tela.

In Provenza, e dopo la crisi con l'altro pittore francese Paul Gauguin, la malattia si manifesta con un'acutezza tale da spingere Van Gogh a cercare ricovero in un ospedale chiuso. "Van Gogh – afferma Bernhard Mendes Bürgi – cerca nel paesaggio libertà e protezione come rimedio contro la malattia".

Tra terra e cielo...

"Più divento vecchio, brutto, cattivo, malato e povero – scrive l'artista in una delle celebri lettere indirizzate al fratello Theo – e più cerco di rispondere ai miei tormenti usando colori forti, scintillanti e ben proporzionati". Parole che permettono di scoprire l'enorme sofferenza di Vincent Van Gogh davanti alla solitudine.

La pittura, tuttavia, gli offre a volte istanti di riconciliazione e di equilibrio. "Abbiamo consapevolmente invertito l'espressione 'tra cielo e terra', usata per il sottotitolo dell'esposizione. Poiché è all'interno di un dialogo tra le due dimensioni – precisa ancora il direttore del Kunstmuseum – che Van Gogh trova un equilibrio, partendo dal realismo verso l'immateriale e il metafisico".

Prima di questa stagione della vita, il pittore aveva abbandonato la sua tavolozza scura, tipica del periodo olandese (1883-1885). Nella stessa misura in cui i suoi contemporanei si liberavano dalle forme attraverso il colore, il colore occupa Van Gogh fin dagli inizi.

"Il campo di fiori in Olanda", poco conosciuto e proveniente da una collezione privata, illustrano questo percorso a meraviglia. E precede, nell'esposizione, un'altra meraviglia, "il battello della torba" (1883), che illustra come Van Gogh non fosse lontano dall'astrazione, già all'ora.

Stupore finale

Il soggiorno a Parigi (1886-1888), la scoperta dell'arte giapponese, molto in voga all'epoca, e dell'impressionismo, cambiano la sua tavolozza. Se l'esposizione pecca, qua e là, per scelte sorprendenti (difficile di vedere un paesaggio in "La festa del 14 luglio a Parigi" o "Il ristorante della sirena") e per la spiacevole assenza (sebbene si comprenda la difficoltà di procurarsi alcune opere), l'ultima sala è, da sola, puro stupore.

Dipinto, come settantacinque altri quadri (senza contare i disegni) durante i settanta giorni che hanno preceduto il suo suicidio ad Auvers, presso il dottor Gachet, "Il giardino di Auvers" mostra un Van Gogh sereno: le linee astratte e senza eccessi del quadro, sembrano anche riconciliare il suo percorso artistico.

In un formato nuovo per il pittore (50 x100 cm), "La pianura di Auvers" segue una composizione impregnata di tranquillità, lontana dallo luccichio delle stelle nei cieli del sud della Francia (non esposti). Ma in quel cielo blu si mescola il grigio, quasi un presagio dell'imminente tempesta...

swissinfo Ariane Gigon, Basilea
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

L'esposizione

Il Museo d'arte di Basilea dal 26 aprile al 27 settembre 2009 presenta la straordinaria esposizione "Vincent van Gogh. Tra terra e cielo: i paesaggi".

Nell'ambito della prima esposizione completa delle opere paesaggistiche dell'olandese Vincent van Gogh (1853-1890), saranno presentati 70 dipinti appartenenti a tutti i periodi creativi dell'artista.

Con questa iniziativa il Museo d'arte fa di Basilea il luogo del più importante evento artistico europeo del 2009.

L'idea dell'esposizione è nata nel 2002, al momento del ritorno della collezione Staechlin al museo, comprendente tre quadri di Van Gogh

Come contrappunto, figurano anche quaranta paesaggi dipinti da altri artisti vissuti all'epoca di Van Gogh (Corot, Manet, Degas, Signac, Monet, Renoir, Sisley, Pisarro).

Per la copertura dei costi, il museo conta di attirare 500 mila visitatori, ossia 490 all'ora. La somma per assicurare i quadri raggiunge 2 miliardi di franchi, mentre non si conosce il budget esatto (comunque milionario).

La mostra è accompagnata da un catalogo molto istruttivo e di facile consultazione, in vendita al prezzo di 59 franchi.

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tutti pazzi per lui

Artista solitario, malato, "pazzo", Van Gogh attira le folle dove viene esposto.

L'esposizione "Van Gogh. Gezeichnete Bilder", che ha chiuso i battenti alla fine dell'anno scorso all'Albertina di Vienna, ha attirato circa 590'000 persone in tre mesi.

Nel 2000, la Fondazione Gianadda di Martigny ha attirato circa 450'000 persone: grazie a Van Gogh il suo più grande successo di pubblico.

Il record di visite per una mostra temporanea in Svizzera, è detenuto dalla mostra su Tutankhamon organizzata dal Museo dell'Antichità di Basilea ne 2004 (620'000 persone).

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