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Anche in Svizzera il ricordo è iscritto nella pietra

A forma di fiamma e alto 18 metri, il memoriale di Forch (Zurigo) rende omaggio a 365 soldati zurighesi morti durante la Prima guerra mondiale. Keystone

L'11 novembre molti paesi celebrano il centesimo anniversario della fine della Prima guerra mondiale. Al centro delle cerimonie si trovano spesso dei monumenti che onorano la memoria dei morti. Seppur risparmiata dal conflitto, anche la Svizzera conserva alcuni luoghi della memoria.

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 novembre 2018

La giornata di domenica è segnata in molti paesi dalle commemorazioni della fine della Prima guerra mondiale. Grandi cerimonie sono previste in particolare in Francia e nel Regno unito.

In Inghilterra 882'246 papaveri rossi sono stati piantati nei fossati della Torre di LondraLink esterno. Il numero corrisponde a quello dei soldati britannici morti durante il conflitto.

In Francia il presidente Emmanuel Macron ha compiuto durante una settimana un "itinerario della memoria" nelle zone di combattimento. Le commemorazioni finiscono l'11 novembre a Parigi, in presenza di oltre 60 capi di StatoLink esterno. La Svizzera sarà rappresentata dal presidente della Confederazione Alain Berset.

Soldati stranieri su suolo svizzero

Anche in Svizzera sono state organizzate alcune cerimonie in ricordo dei morti della Grande Guerra. Per esempio al cimitero di St-Martin a Vevey (Vaud). Nel quadrato britannico si trovano le tombe di 88 soldati del Commonwealth morti durante la Prima guerra mondiale e di altri 48 morti durante la Seconda guerra mondiale.

Soldati del Commonwealth morti durante i due conflitti mondiali riposano nel cimitero di St-Martin a Vevey. Sylvie Bazzanella / notrehistoire.ch

La presenza di tombe di soldati stranieri sul suolo svizzero è una conseguenza dell'accoglienza di prigionieri di guerra in Svizzera a partire dalla guerra franco-prussiana del 1870. Questa politica è proseguita anche durante i due conflitti mondiali del Novecento.

Durante la Prima guerra mondiale, la Svizzera ha accolto tra il 1916 e il 1919 oltre 65'000 prigionieri di guerra per ragioni umanitarie. Si trattava di prigionieri gravemente ammalati o feriti oppure piuttosto anziani. Alcuni di loro sono morti in Svizzera e vi sono sepolti.

Questa politica di accoglienza ha lasciato tracce nella pietra. Solo in riferimento alla Francia, si contano in Svizzera oltre cento luoghi dove si onora il ricordo dei "morti per la Francia", tra tombe, monumenti, stele o targhe.

Anche vittime svizzere

La Prima guerra mondiale ha provocato direttamente anche la morte di cittadini svizzeri. Centinaia di loro si sono arruolati come volontari in eserciti stranieri, soprattutto in quelle alleate. In Francia, il sito del governo "Mémoire des hommesLink esterno" recensisce 1991 soldati uccisi nati in Svizzera.

Nel cimitero di Châtelaine, a Ginevra, una piccola targa onora i "valorosi volontari svizzeri della Grande Guerra". Simon Bradley / Swissinfo

Ai volontari svizzeri andrebbero aggiunti ancora i numerosi stranieri che vivevano in Svizzera e che l'hanno lasciata nell'agosto 1914 perché richiamati dai loro paesi di origine. Dopo la guerra, molte comunità straniere hanno fatto erigere dei monumenti per onorare i loro combattenti.

A Ginevra, davanti al Consolato di Francia, un monumento onora 45 svizzeri e numerosi francesi di Ginevra morti per la Francia. Simon Bradley / Swissinfo

Martiri della causa antibolscevica

Anche se la Svizzera è riuscita a restare neutrale, la Grande Guerra ha coinvolto indirettamente l'esercito svizzero. Nell'agosto 1914, 220'000 uomini sono stati mobilitati per difendere le frontiere. Il loro numero è oscillato negli anni successivi a seconda del grado di minaccia. Alla fine del conflitto c'erano ancora solo 12'500 uomini mobilitati. Ma un terzo degli effettivi è stato richiamato nel novembre 1918 per reprimere lo sciopero generale proclamato dal movimento operaio.

Secondo il Dizionario storico della Svizzera, circa 3000 soldati sono morti durante il servizio attivo, a causa di malattie o incidenti. Oltre la metà (1800) è morta alla fine del 1918, falcidiati dall'epidemia di influenza spagnola. La contemporaneità dei due eventi – sciopero e grippe – è stata all'origine di alcuni monumenti che onorano i "martiri della causa antibolscevica".

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Del resto, sono documentati anche due casi di soldati svizzeri morti a causa di proiettili stranieri. Il 4 ottobre 1916, sul passo dell'Umbrail, alla frontiera tra canton Grigioni e Italia, il fuciliere Georg Cathomas fu ucciso dai colpi sparati dalle truppe italiane per disturbare una festa organizzata dagli austriaci per festeggiare il compleanno dell'imperatore Francesco Giuseppe.

Il 7 ottobre 1918, alla frontiera giurassiana, un pallone di ricognizione svizzero fu abbattuto da un areo da caccia tedesco, provocando la morte del tenente Walter Flury.

Nella foresta giurassiana, una lapide ricorda il luogo in cui il pallone svizzero si è schiantato al suolo. Jean-Loup Frommer / Aérostèles


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