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Donne al potere per tre giorni grazie al loro eroismo

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In una tradizione portata avanti da 300 anni, ogni mese di gennaio le donne prendono le redini di due villaggi svizzeri. La celebrazione di tre giorni è organizzata per divertimento, ma affonda le sue radici in un importante evento storico e costituisce uno spunto per affrontare le odierne discussioni sulla parità di genere.

Questo contenuto è stato pubblicato il 25 gennaio 2020

"Potere alle donne": è il motto dell'evento di tre giorni che si svolge ogni anno a Fahrwangen e Meisterschwanden, nel canton Argovia. L'usanza vuole ricordare il ruolo decisivo delle donne nella seconda guerra di VillmergenLink esterno, nel 1712, che oppose Zurigo e Berna ai cantoni cattolici della Svizzera centrale. A quell'epoca, i due villaggi erano governati da Berna e a Fahrwangen erano stazionate le truppe riformate.

I cattolici sferrarono un attacco mentre gli uomini dei villaggi erano via a combattere. La leggenda narra che il comandante dell'esercito bernese mandò le donne nel bosco per fare rumore e far credere agli invasori di essere una truppa di rinforzi. La guerra si concluse con la sconfitta dei cattolici.

Il comandante bernese rimase talmente impressionato dallo spirito combattivo delle donne da concedere loro tre giorni all'anno per fare ciò che volevano. Quei giorni sono conosciuti come 'Meitli-Donnerstag' (giovedì delle ragazze), 'Meitli-Samstag' (sabato delle ragazze) e 'Meitli-Sonntag' (domenica delle ragazze) e vengono celebrati ogni anno.

A caccia di uomini

All'edizione di quest'anno hanno partecipato novanta donne, un numero leggermente superiore agli anni precedenti. Nel canton Argovia, l'antica tradizione resiste alla prova del tempo. L'associazione MeitlisonntagLink esterno è stata fondata nel 1912, due secoli dopo la guerra di Villmergen, sebbene la prima menzione ufficiale dell'usanza risalga al 1842.

Durante il 'giovedì delle ragazze', gruppi di 12-15 donne si dirigono verso il primo bar in compagnia di suonatrici di tamburi. Offrono da bere agli uomini e ballano con loro prima di scegliere le loro 'vittime'. Il comitato organizzatore propone lezioni di ballo prima dell'evento per assicurarsi che tutti i partecipanti siano pronti.

I prigionieri prescelti sono spesso uomini che hanno contribuito in qualche modo alla coesione del villaggio, ad esempio attraverso il volontariato. Tuttavia, non ci sono criteri rigidi.

L'uomo catturato deve poi entrare in una rete di corde di canapa e viene fatto sobbalzare prima di essere trasportato nel bar successivo, dove riconquista la libertà pagando da bere. Il 'giovedì delle ragazze', le donne indossano delle maschere e ballano nei bar. Il fine settimana di festa comprende anche un corteo carnevalesco e un ballo per bambini.


Portare avanti la lotta per la parità

L'usanza del MeitlisonntagLink esterno potrebbe essere vista con perplessità dalle moderne femministe: perché alle donne vengono ancora concessi solo tre giorni di potere in un'epoca in cui la parità tra i sessi dovrebbe essere la norma?

È vero, rispondono i membri dell'associazione Meitlisonntag, secondo cui le donne non hanno più bisogno che gli uomini concedano loro il potere nei loro villaggi. In generale, però, i diritti delle donne necessitano ancora di essere promossi. Celebrando questa tradizione, sostengono, si porta avanti la lotta per l'uguaglianza.

La presidente dell'associazione, Priska Lauper, ritiene che l'usanza debba essere preservata perché celebra donne forti e perché rappresenta un appuntamento unico. Sua figlia sedicenne si è unita al gruppo per la prima volta quest'anno e Lauper spera che continui a partecipare anche in futuro.

L'usanza è stata inserita nella lista cantonale del patrimonio culturale immateriale, una collezione di tradizioni viventi della Svizzera degne di protezione. L'idea della lista è di far conoscere le usanze culturali e il modo in cui vengono comunicate.

La festa si conclude con la restituzione simbolica delle redini del potere agli uomini, offrendo una gigantesca treccia di pane. Un gesto che secondo Lauper è soltanto ironico: "La domenica diciamo agli uomini che stiamo simbolicamente restituendo il potere. Pensano che sia divertente perché sanno chi porta davvero i pantaloni: le donne".

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