Corruzione: la Svizzera retrocede in classifica
Svizzera undicesima nell'indice dei Paesi meno corrotti. La classifica, compilata ogni anno da Trasparency International (TI), misura il livello di corruzione pubblica in 90 Paesi. Risultati in contemporanea a Berna, Berlino, Londra e Washington.
Trasparency International è un'organizzazione non governativa, indipendente da qualsiasi appartenenza politica o confessionale. Fondata nel 1993, TI si occupa esclusivamente di lotta alla corruzione, ponendo al centro della sua attività l'informazione e la prevenzione. A tale scopo, sulla base di almeno tre studi di valutazione sul piano sociale, etico ed economico, TI compila ogni anno un Indice di percezione della corruzione.
La presentazione dell'Indice 2000 è avvenuta mercoledì contemporaneamente a Berna, a Berlino, a Washington ed a Londra. Al primo posto dei Paesi meno corrotti si trova, a pieni voti, col punteggio di 10, la Finlandia, seguita dalla Danimarca (9,8 il punteggio ottenuto), dalla Nuova Zelanda e dalla Svezia (9,4). Il Canada ha uno score di 9,2; mentre Islanda, Norvegia e Singapore sono a 9,1.
La Svizzera si trova, dopo l'Olanda e la Gran Bretagna, a pari merito con il Lussemburgo (8,6).Qualche posizione l'hanno persa anche la Germania e l'Irlanda. Sono invece salite la Croazia, la Spagna ed il Giappone. All'ultimo posto la Nigeria (1,2), preceduta da Jugoslavia (1,3), Ucraina ed Azerbaigian (1,5), Indonesia ed Angola (1,7), Camerun (2 i punti ottenuti) e Russia (2,1).
Il declassamento della Svizzera non è significativo, ha detto il presidente di Trasparency Switzerland, Philippe Lévy. In effetti, l'indice prende in considerazione soltanto la corruzione dei poteri pubblici, mentre non misura la corruzione nei settori dell'economia privata. Va inoltre rilevato -ha fatto notare la coordinatrice di Trasparency Switzerland, Anne Lugon-Moulin- che non è stata considerata la cosiddetta "offerta di corruzione" (oggetto di un'altra classifica), vale a dire la disponibilità a corrompere funzionari di altri Paesi: atteggiamento, questo, tipico dei Paesi ricchi. "Molto più importante è che l'indice non considera", ha aggiunto Anne Lugon-Moulin, come il riciclaggio di denaro sporco, la criminalità economica, la corruzione locale, influenze ed amicizie nelle piccole strutture amministrative.
Per lottare contro la corruzione, molto è stato fatto negli ultimi mesi, allorché è stata ratificata da 23 paesi, tra cui la Svizzera, la relativa Convenzione dell'OCSE. Ma molto rimane ancora da fare, in particolare sotto il profilo dell'informazione (presa di coscienza della gravità del fenomeno), degli strumenti da approntare (convenzione internazionale, legislazione penale) e della loro applicazione. In questa lotta vanno coinvolti i governi (sorveglianza internazionale) e determinati organismi, quali la Camera di commercio internazionale di Parigi, le organizzazioni di aiuto allo sviluppo e la stessa Banca Mondiale, che nel frattempo ha cambiato il proprio sistema di concessione di crediti ed ha iniziato a compilare una propria "lista nera" di Paesi ed organismi corrotti.
Silvano De Pietro

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