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Ignazio Cassis è il nuovo membro del governo svizzero

Ignazio Cassis è il 117. ministro della Confederazione e l'ottavo dalla Svizzera italiana. Keystone


Ignazio Cassis diventa l’ottavo consigliere federale ticinese. L’Assemblea federale lo ha eletto mercoledì per succedere al ministro dimissionario Didier Burkhalter. La Svizzera italiana non era rappresentata nel governo federale dal 1999.

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 settembre 2017
Luigi Jorio e agenzie

Ignazio Cassis è stato eletto al secondo turno con 125 voti su 244 schede valide, davanti a Pierre Maudet (90 voti) e Isabelle Moret (28).

«Con immensa gioia e profondo rispetto vi ringrazio per la fiducia che mi avete dato», ha esordito, visibilmente emozionato, il nuovo consigliere federale ticinese, nel suo discorso di investitura davanti all'Assemblea federale. «Dopo 18 lunghi anni di assenza, la Svizzera che pensa, parla e sogna in italiano sarà nuovamente rappresentata in Consiglio federale. In questo leggo la volontà di rafforzare la coesione nazionale», ha continuato Cassis.

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Parlando in italiano, romancio, francese e tedesco, il nuovo ministro ha ringraziato quelli che lo hanno eletto «dal profondo del cuore» a nome del Ticino, ma anche delle valli italofone dei Grigioni e dell'italianità tutta.

Con la sua investitura, Cassis ritiene che sia stato riconosciuto il fatto che «in questo momento le regioni di frontiera sentono le pressioni più forti. È nostro compito pertanto minimizzare i rischi e rendere possibile il futuro».

«La Svizzera è un'unità forgiata dalle differenze linguistiche e culturali, ma unita dalla libertà; ora è l'occasione di rafforzare la coesione dove ci sono sfide particolari», ha continuato il ticinese. 

Intervistato a caldo dalla Radiotelevisione svizzera, il neo consigliere federale ha insistito sulla sua volontà di «riportare l’italianità nel governo» e di svolgere «un ruolo di fabbro per consolidare l’unione della Svizzera».

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I quattro partiti principali in governo

Il parlamento ha preferito questa soluzione all'elezione di un terzo rappresentante romando in governo. In base alla Costituzione federale «le diverse regioni e le componenti linguistiche del Paese devono essere equamente rappresentate» nel Consiglio federale.

Si prosegue quindi con la formula contraddistinta dalla concordanza aritmetica: 2 esponenti dell’Unione democratica di centro (UDC), 2 del Partito socialista (PS), 2 del Partito liberale radicale (PLR) e 1 del Partito popolare democratico (PPD). Tutte le quattro principali forze politiche del Paese sono rappresentate in governo.

Non ce l'hanno quindi fatta né il candidato ginevrino Pierre Maudet (62 voti al primo turno e 90 al secondo), né la vodese Isabelle Moret (28 al secondo turno, dopo i 55 ottenuti al primo). Dal primo di novembre, il governo elvetico avrà quindi quattro membri germanofoni, due francofoni e un italofono.

L'analisi di Nenad StojanovicLink esterno, politologo ed esperto della storia del governo svizzero.

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