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Concluse Giornate letterarie di Soletta

Successo di pubblico e di critica alla 22.èsima edizione delle Giornate letterarie di Soletta Keystone

Si sono chiuse le Giornate letterarie di Soletta, giunte alla 22esima edizione. Vi hanno preso parte, da venerdì a domenica, circa 60 scrittori svizzeri e stranieri. Tema: contare e raccontare sotto il segno dei rapporti tra scienza e letteratura.

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 giugno 2000 - 19:31

Il tempo splendido, non ha limitato l'affluenza di pubblico: in totale 8000 persone hanno assistito alle 50 letture e rappresentazioni in programma. Tra i più seguiti, scrittori affermati quali Jürg Federspiel, Mariella Mehr, Hugo Loetscher, Mathias Gnädinger, ma anche nuove leve come Catalin Dorian Florescu, Lukas Bärfuss, Christina Buchmüller e Rafael Urweider.

Quest'anno vi è stato in particolare uno speciale dibattito dedicato alla questione austriaca, prendendo spunto dall'accoglienza del cancelliere Schüssel da parte del Consiglio federale. Gli austriaci, del resto, a Soletta erano maggioritari tra gli scrittori stranieri invitati: Anna Mitgutsch, Gerhard Roth, Melitta Breznik, Ingrid Fichtner e Norbert Gstrein (gli ultimi tre, zurighesi di adozione). C'era anche il serbo Aleksandar Tisma, l'indiana Samhita Arni (15 anni) e i francesi Asa Lanova e Denis Guedj.

Da parte svizzera questa edizione delle Giornate, poste sotto il segno dei rapporti tra scienza e letteratura, ha accolto una trentina di autori tedeschi, tre italofoni (Anna Felder, Fabio Pusterla e Pietro De Marchi) e un romancio (Ursicin G. Derungs). Cinque i romandi: Sylviane Dupuis, Janine Massard, Jérôme Meizoz, Guy Poitry e Pierre Voélin.

Durante le giornate vi è stato un omaggio a Niklaus Meienberg: gli attori Charlotte Heinimann e Mathias Gnädinger hanno letto delle poesie dello scrittore e giornalista sangallese, moto nel 1993. E' stato anche proiettato il suo documentario su Maurice Bavaud, il neocastellano che aveva attentato alla vita di Hitler.

Quale rapporto tra scienziati e scrittori? I primi sono persuasi che gli scrittori non sappiano contare e non fanno altro che raccontare le cose del mondo in maniera tradizionale. Da parte loro gli scrittori non si fidano degli uomini di scienza, che non conoscerebbero la letteratura contemporanea e - dicono - avrebbero letto il loro ultimo romanzo a 18 anni. Gli scienziati, sempre secondo l'opinione degli scrittori, finirebbero con l'immaginare il contenuto di un libro solo guardando il volto pensieroso dell'autore, sulla copertina.

Contare e raccontare, insieme. Questa la sfida cui le Giornate letterarie di Soletta hanno voluto almeno presentare all'attenzione di due mondi: quello scientifico e quello letterario.

Swissinfo e agenzie

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