Colpito in Sudan aereo della Croce Rossa: morto un pilota danese
Il copilota danese di un aereo del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) è stato ucciso mercoledì mattina nei cieli del Sudan meridionale da una raffica di colpi, di provenienza ancora ignota. Dopo l'incidente, il CICR ha sospeso tutti i voli nella regione.
Secondo un portavoce dell'organizzazione umanitaria a Nairobi, il velivolo è stato colpito da almeno tre proiettili, uno dei quali ha raggiunto alla testa il copilota uccidendolo. Il pilota, pure danese, è riuscito a ricondurre l'aereo alla base dalla quale era decollato, a Lockichokio, nel nord del Kenya.
Il CICR ha deplorato il «nuovo colpo inferto all'azione umanitaria», a meno di due settimane dall'assassinio di sei suoi dipendenti nel nordest della Repubblica democratica del Congo.
Proprio a proposito dell'uccisione dei suoi sei dipendenti in Congo, il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) è giunto alla convinzione che è stato un atto premeditato: una delle fazioni in conflitto ha voluto eliminare testimoni scomodi.
«Abbiamo la certezza che il CICR era direttamente preso di mira e scartiamo l'ipotesi del conflitto interetnico», ha dichiarato a Ginevra il portavoce per l'Africa Juan Martinez. L'autopsia dei cadaveri ha mostrato che almeno tre dei sei dipendenti - una delegata svizzera, un collega colombiano e quattro congolesi - sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco, e non con armi tradizionali, come Martinez aveva detto in un primo tempo.
Il portavoce ha dichiarato, senza meglio precisare, che «fazioni (in conflitto) hanno cercato di far partire dalla regione le organizzazioni umanitarie, considerate come testimoni scomodi». La provincia di Ituri, dove è avvenuto il massacro, è controllata dai militari ugandesi e dal Fronte di liberazione del Congo (FLC), opposto al governo di Kinshasa.
Ritornando al grave fatto di sangue in Sudan, il portavoce Juan Martinez ha precisato che l'aereo era partito da Lockichokio per un volo verso Juba, nel Sudan meridionale. Poco dopo la partenza, per problemi tecnici, ha perso quota ed è sceso da 6.000 a 2.000 metri. Mentre stava risalendo, il pilota ha udito «delle esplosioni», si è accordo che il copilota era ferito ed ha invertito rotta. Ma all'arrivo, il compagno era già morto.
Il CICR effettua vari voli settimanali sulla stessa rotta per trasportare materiale di soccorso. Ogni volta notifica i voli sia alle autorità sudanesi sia ai guerriglieri dell'Esercito di liberazione dei popoli del Sudan (SPLA), che si sono addossati a vicenda la responsabilità dell'attacco. L'emblema della Croce Rossa non è visibile su un piccolo aereo a oltre 2.000 metri d'altitudine, rileva il CICR.
swissinfo e agenzie

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