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CICR e agenzie umanitarie dell'ONU al verde

Un badge del CICR, in pratica il documento di legittimazione dei delegati del Comitato internazionale della Croce Rossa Keystone

Grido d'allarme delle organizzazioni umanitarie internazionali: c'è carenza di fondi e l'attività rischia di venire compromessa. Quest'anno soltanto il 55 percento delle operazioni programmate dall'ONU è risultato coperto. Al CICR mancano 20 milioni.

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 novembre 2000 - 16:02

Lamentele al Comitato Internazionale della Croce Rossa, il cui direttore generale Paul Grossrieder ha reso noto che mancano diverse decine di milioni per coprire il budget annuo che ammonta ad oltre 1 miliardo di franchi. «Abbiamo difficoltà a pagare le fatture, ha detto Grossrieder, nella tesoreria c'è un ammanco di 20 milioni, poiché i donatori non sono abbastanza rapidi nel versare le loro offerte».

Secondo Grossrieder questa mancanza di interesse si spiega con l'assenza, quest'anno, di conflitti spettacolari capaci di attirare l'attenzione dei mass media e dell'opinione pubblica. I vecchi conflitti, come quello afghano o palestinese «non sono paganti, benché il numero delle vittime non sia diminuito».

Proprio mercoledì l'ONU ha lanciato un appello per la raccolta di 2 miliardi di dollari (3,5 miliardi di franchi) per venire in soccorso a 35 milioni di persone che nel 2001 vivranno situazioni di crisi in ben 19 regioni del globo, ha sottolineato il segretario generale dell'organizzazione Kofi Annan.

Da parte sua il CICR chiede un miliardo di franchi, 70 milioni in meno di quest'anno, mentre la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa avranno bisogno di 341 milioni. Un altro miliardo di dollari serviranno invece al Programma alimentare mondiale (PAM) per portare avanti nel 2001 i suoi impegni.

Il problema si fa acuto per gli interventi di ricostruzione a lunga scadenza: i governi preferiscono puntare sull'aiuto bilaterale, facendolo sovente dipendere da condizioni politiche. L'aiuto finanziario inoltre rimane concentrato: dieci Paesi donatori assicurano l'89 percento delle entrate. Gli Stati Uniti da soli coprono il 37 percento dei bisogni, davanti a Giappone (17 percento) e Commissione Europea (8,7 percento). Seguono Norvegia, Svezia, Olanda, Canada, Gran Bretagna, Australia e Danimarca. La Svizzera si piazza al 14.esimo posto, mentre lo scorso anno occupava l'11.esima posizione.

«In termini di sostegno finanziario si tratta dell'anno peggiore», ha dichiarato alla stampa l'Alto commissario Onu ai rifugiati Sadako Ogata, facendo presente che fin d'ora numerosi programmi di aiuto in Africa sono stati tagliati.

swissinfo e agenzie

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