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Christiane Brunner ufficialmente candidata alla guida del Partito socialista

Christiane Brunner Keystone

La consigliera agli Stati ginevrina Christiane Brunner si è candidata ufficialmente alla presidenza del partito socialista al posto della dimissionaria Ursula Koch. Dicendosi per altro aperta ad altre candidature.

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 maggio 2000

La notizia era nell'aria già da tempo ma l'annuncio è stato dato sabato al termine della riunione a Berna del comitato centrale del partito.
Christiane Brunner ha spiegato ai giornalisti che non intende essere una presidente di transizione: vuole restare in carica almeno fino alle elezioni federali del 2003, anche se non auspica di rimanere 15 anni alla testa del PS. L'elezione si terrà il 14 o il 15 ottobre durante il congresso del Ps di Lugano.

La «senatrice» ha ammesso che la direzione del PS non era l'ambizione della sua vita. «Ma il PS e la sinistra sono tutto per me», ha detto. A ottobre lascerà la presidenza della FLMO per intensificare le sue attività politiche.
Con il suo annuncio, la Brunner non intende impedire ad altri candidati di farsi avanti. «Non sono un'icona», ha detto, precisando inoltre che sarebbe felice di vedere altri pretendenti.
La consigliera nazionale Hildegard Fässler (SG) ha già confermato il suo interesse in un'intervista al «Tages-Anzeiger».

La ginevrina non vuole far ombra alle giovani generazioni ma - ha detto - può essere difficile per i giovani presentarsi se nessuno dimostra interesse. «Mi piacerebbe diventare presidente ma questo deve corrispondere alle volontà del momento», ha aggiunto.

«Immagino un PS come la più grande forza di sinistra del paese», ha detto ancora la Brunner. A suo avviso, il PS non deve diventare un partito di centro per guadagnare elettori. Per la consigliera agli Stati le priorità sono la lotta contro lo smantellamento sociale e il dibattito europeo. I socialisti devono impegnarsi inoltre nella lotta contro la xenofobia, in costante aumento.

La 53enne Christiane Brunner, in lizza per la presidenza del PS, è nota sul piano nazionale per essere stata l'ideatrice dello sciopero femminile del 14 giugno 1991 e soprattutto per la sua sfortunata candidatura al Consiglio federale nel 1993.

Nata a Ginevra il 23 marzo 1947, Christiane Brunner è cresciuta e abita ancora oggi nella città lemanica. Di estrazione sociale modesta, dopo le scuole dell'obbligo ha potuto continuare a studiare grazie a una borsa di studio. Conseguita la laurea in diritto, ottiene il brevetto d'avvocato durante il movimentato periodo del Maggio 1968.

Nel 1976 aderisce al Partito socialista ginevrino. Pochi anni dopo diventa membro del comitato direttivo. Nel 1981 è eletta deputata al Gran Consiglio ginevrino, del quale fa parte fino al 1990. Nel 1991 fa il suo ingresso in Consiglio nazionale. Nel 1993 tenta la scalata al Consiglio federale: è la candidata ufficiale del PS, ma la maggioranza borghese delle Camere le sbarra la strada. La Brunner ottiene però che sia una donna ad entrare in governo: viene eletta la sua amica Ruth Dreifuss.

Nei sindacati la sua carriera è fulminea. Presidente centrale del Sindacato svizzero dei servizi pubblici (SSP/VPOD) dal 1982 al 1989, segretaria centrale della Federazione dei lavoratori metallurgici e orologiai (FLMO) dal 1989, nel 1992 sarà la prima donna ad accedere alla presidenza. Fra il 1994 e il 1998, sarà pure copresidente dell'Unione sindacale svizzera assieme a Vasco Pedrina.

swissinfo e agenzie

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