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CERN: sospesa l'attività del LEP, l'acceleratore di particelle

Lo spettrometro del LEP, l'acceleratore di particelle col quale gli scenziati del CERN stanno dando la caccia al bosone di Higgs. L. Guiraud (CERN)

L'acceleratore aveva permesso di compiere grandi passi verso la scoperta del bosone di Higgs, l'anello mancante che permetterebbe di verificare la massa di tutte le particelle. I fisici del CERN chiedono di proseguire i lavori di ricerca.

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 novembre 2000

L'identificazione del bosone di Higgs viene considerata dagli specialisti una scoperta sensazionale, per alcuni si tratta addirittura del "sacro Graal della fisica". Dopo oltre 10 anni di ricerche, i fisici del CERN sarebbero ormai vicinissimi a questo risultato, reso possibile dalle sperimentazioni condotte nel LEP, l'acceleratore di particelle costruito in un lunghissimo tunnel circolare di 27 chilometri nei pressi di Ginevra, sotto il suolo svizzero e francese.

La chiusura del LEP, già pianificata due mesi fa e rinviata al 2 novembre dopo i progressi delle ultime sperimentazioni, comprometterebbe chiaramente l'esito di questa ricerca. I fisici Cern chiedono pertanto di rinviare la fine dell'acceleratore di particelle. Al suo posto è infatti prevista la costruzione del LHC, il nuovo acceleratore che dovrebbe entrare in funzione nel 2005.

Il proseguimento delle attività di ricerca sul LEP farebbe slittare l'apertura del LHC e richiederebbe una revisione di tutti i piani di costruzione del nuovo acceleratore, con importanti ripercussioni politiche e finanziarie. Una decisione in merito ad un'eventuale riapertura del LEP nei prossimi mesi dovrebbe essere presa martedì dalla direzione del CERN.

Negli ultimi mesi hanno preso sempre maggiore consistenza le indicazioni relative alla scoperta del bosone di Higgs, il cui nome deriva da Peter Higgs, fisico scozzese che per primo ne ha suggerito l'esistenza. Questa particella permetterebbe di chiarire non pochi segreti sulla massa di tutte le particelle. In particolare servirebbe a completare la verifica del cosiddetto Modello standard, la teoria che descrive i costituenti fondamentali dell'universo, con una precisione mai raggiunta finora dalla fisica.

In base al Modello standard esistono dodici particelle elementari fondamentali, suddivise in due famiglie, quark e leptoni, che interagiscono fra loro con quattro forze fondamentali: la forza elettromagnetica, la forza nucleare debole, la forza nucleare forte e la forza gravitazionale.

Le forze sono trasmesse per mezzo di altre particelle, i bosoni di Higgs. E lo scopo dei fisici teorici consiste nel riuscire ad unificare queste forze, cioè nel dimostrare che, ad energie molte elevate, diventano tutte un'unica "superforza". Per ora vi sono riusciti solo in parte: la forza elettromagnetica è stata unificata con la forza nucleare debole, creando la forza elettrodebole.

La scoperta dei relativi bosoni ha già fruttato il Nobel a Carlo Rubbia e Simon Van der Meer, del CERN, nel 1984.

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