Celebrata in Svizzera la giornata nazionale del rifugiato
All'insegna del motto «Dignità umana» si è svolta sabato la giornata nazionale del rifugiato, con azioni in diverse città elvetiche. Particolare importanza è rivolta al rispetto dei giovani.
I profughi minorenni appartengono alla categoria più colpita e necessitano una protezione speciale, indica l'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR).
Con questa giornata, l'OSAR intende contribuire a favorire la comprensione reciproca tra cittadini svizzeri e stranieri. Centinaia di volontari hanno organizzato bancarelle con specialità culinarie curde e tamil a Basilea, Berna, Lucerna, San Gallo e Zurigo.
Per concretizzare «l'incontro solidale» sono stati presentati un concerto di beneficenza di samba e mambo brasiliani e un circo con bambini, figli di richiedenti l'asilo.
In collaborazione con la Federazione svizzera di calcio (FSC) si sono tenuti incontri amichevoli,tra club regionali e squadre di rifugiati. Per una volta i profughi non sono un pallone da gioco della politica, ma decidono loro la tattica, gestiscono il gioco e segnano», scrive l'OSAR.
Ieri, al convegno dell'OSAR a Berna, il Presidente della Confederazione, Adolf Ogi, aveva auspicato la creazione di una struttura di sicurezza che superi la frontiere nazionali, ricordando come Ll'anno scorso l'esercito svizzero avesse dato il proprio contributo in questa direzione, assistendo migliaia di profughi provenienti dai Balcani, ma anche intervenendo in Kosovo con la missione Swisscoy.
Il segretario centrale dell'OSAR Markus Loosli, che lascia l'incarico, aveva dal canto suo invitato le autorità ad agevolare l'integrazione dei profughi e dei candidati all'asilo, che in nessun caso vanno trasformati in assistiti sociali. Secondo l'OSAR, i profughi riconosciuti dovrebbero avere la possibilità di ottenere il passaporto svizzero nel giro di cinque anni.
La sezione svizzera di Amnesty International (AI) ha invece colto l'occasione per invitare la consigliera federale Ruth Metzler a sospendere il rinvio di candidati all'asilo tamil. Nello Sri Lanka - sostiene AI - gli «asilanti» rischiano di essere arrestati, maltrattati e torturati.
I tamil residenti in Svizzera che rischiano il rimpatrio sono circa 3 mila. Negli ultimi mesi la guerra civile nello Sri Lanka si è però fatta più violenta: AI invita perciò la Svizzera a rinunciare a qualsiasi espulsione in attesa che la situazione nell'isola torni alla normalità.
swissinfo e agenzie

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